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Fondo Juncker e non solo. Così la Germania continua a occupare i Palazzi europei

Merkel di lotta e di poltrone, verrebbe da dire. Chi intravvede all’orizzonte una Germania oscurata agli occhi del mondo e fiaccata dal caso Volkswagen potrebbe rimanere deluso. Berlino sarà pure alla prese con i motori truccati della casa di Wolfsburg, che sì rischiano di dare una batosta all’economia teutonica, ma sul fronte del peso politico in Europa il vento è tutt’altro che cambiato. Perché è ancora la Germania a dettare legge nei Palazzi europei. La prova di una Merkel asso pigliatutto? L’imminente nomina a gran capo del quasi operativo Fondo europeo per gli investimenti (Feis) di Wilhelm Molterer, ex ministro delle Finanze austriaco e sponsorizzato dal potente e temuto titolare delle Finanze tedesche Wolfang Shaeuble.

GLI UMORI A STRASBURGO

Certo, rivela un eurodeputato italiano dei Socialisti europei contattato da Formiche.net, si tratta ancora dell’indicazione della Commissione europea che deve essere ratificata dal Parlamento. Ma è difficile che Strasburgo dica di no. Anche perché i tedeschi all’interno delle istituzioni europee sembrano non aver perso troppo smalto dopo lo scandalo Volkswagen. La Commissione Europea ha inoltre proposto la bulgara Ilyana Tsanova, proveniente dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ed ex vicepremier della Bulgaria.

MOLTERER, LO SPONSOR (AUSTRIACO) DI BERLINO

L’indiscrezione che vuole il politico austriaco a capo del Fondo per gli investimenti circola già da alcuni giorni. La poltrona di quelle che contano non ci piove, dal momento che si tratta di custodire quella cassaforte da oltre 300 miliardi di euro, tirata fuori dal cilindro dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker meno di un anno fa. I tedeschi duri e puri per la verità non lo hanno mai amato più di tanto questo strumento tanto sbandierato da Bruxelles e definito come il braccio operativo del piano Juncker. Berlino lo ha sempre visto più che altro come uno stratagemma per attingere denari dalle casse tedesche per finanziare investimenti presso altri Paesi dell’Ue. Tuttavia, quando la partita per la nomina del direttore del fondo è entrata nel vivo, Berlino non deve aver resistito alla tentazione. Candidando non un tedesco purosangue, certo, ma quasi. Per la precisione un ex vice-cancelliere e ministro delle Finanze durante il governo  guidato dal socialdemocratico Alfred Gusenbauer. 

CHI E’ MOLTERER

Classe 1955, Molterer è esponente del partito popolare austriaco. Ma, soprattutto è il candidato ufficiale della cancelliera tedesca al Fondo per gli investimenti. In molti lo indicano come vera e propria espressione di Berlino, in quanto già membro del comitato di gestione della Banca europea per gli investimenti (Bei) e molto vicino al presidente (tedesco) della Bei Werner Hoyer.

TUTTE LE POLTRONE EUROPEE DELLA GERMANIA

Lo sponsor di Berlino alla guida del Fondo non è però la prima (e ultima) prestigiosa poltrona conquistata dalla Germania nello scacchiere europeo. In questi anni Berlino ha infatti piazzato i suoi uomini in tutti i posti chiave dell’Unione. La Germania del resto ha i propri uomini ovunque nelle istituzioni europee: il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz, quello del Fondo salvataggi Klaus Regling, quello della Banca europea degli investimenti Werner Hoyer, il governatore della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa Rolf Wenzel, il presidente della Banca dei regolamenti internazionali (l’intransigente Jens Weidmann).

NON SOLO UE, MANI TEDESCHE SULLA LIBIA

Settant’anni vi combattevano al fianco degli italiani contro gli inglesi, durante il secondo conflitto mondiale. Ora i tedeschi sono ritornati nella polveriera della Libia. Come? Attraverso le via diplomatiche, s’intende. Sarà infatti con tutta probabilità il tedesco Martin Kobler a sostituire Bernardino Léon, in veste di inviato delle Nazioni Unite nel difficile scacchiere della Libia. Classe 1953, laureato in legge Kobler, come riportato giorni fa da Formiche.net  è un diplomatico di carriera. Prima di essere destinato in Congo nel 2013, sotto la guida del segretario generale Ban Ki-Moon è stato inviato speciale in Iraq e a capo della missione umanitaria in Iraq (Unami) dall’ottobre 2011 a luglio 2013. In precedenza era stato vice inviato speciale in Afghanistan dal 2010 al 2011.

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