Controllo delle frontiere e rimpatri di chi non ha il diritto di asilo. Sono questi i due punti a cui sembra sia arrivata l’Europa (e la Germania) nella riunione del consiglio degli Affari Interni Ue che si sta tenendo in Lussemburgo questi giorni.
“I rimpatri sono sempre duri, è così che funziona. Se prendiamo la decisione di separare coloro che hanno bisogno di protezione da coloro che non ce l’hanno allora è duro che i migranti economici ‘debbano lasciare l’Europa‘”, ha sottolineato il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maiziere al suo arrivo in Lussemburgo. Secondo il ministro della Cdu gli arrivi di profughi in Germania potrebbero essere 10 mila al giorno.
L’ACCORDO RAGGIUNTO DAI MINISTRI UE
Alla riunione dei ministri dell’interno Ue ha vinto il principio del “more for more”. I paesi europei, dunque, si impegnano a sostenere lo sviluppo dei Paesi di origine dei migranti in cambio di facilitazioni nei rimpatri. Per farlo la Commissione dovrà proporre entro sei mesi misure mirate e complete da adottare nei confronti dei singoli Paesi terzi in cui dovessero esserci problemi sulla riammissione. Inoltre l’Ue potrebbe adottare “entro la fine del 2015” delle misure in loco in Paesi come Egitto, Etiopia, Marocco, Niger, Nigeria, Senegal, Sudan, Turchia, Libano, Giordania e Pakistan. PEr facilitare i rimpatri, poi, la commissione potrebbe adottare dei “lasciapassare standard”, un documento condiviso che abbia il fine di facilitare il rimpatrio.
CONTROLLO DEI CONFINI
Unire le forze per affrontare un problema molto difficile da risolvere è anche la linea del ministro degli esteri europeo Federica Mogherini, secondo cui è necessario avviare un dialogo per affrontare i flussi migratori verso l’Europa con i paesi di passaggio, come Turchia, Giordania e Libano.
E parlando di confini, il ministro degli interni francese Bernard Cazeneuve ha proposto il rafforzamento di Frontex, istituendo un “European Border Guard service” che possa intervenire a supporto degli Stati membri in difficoltà nella gestione delle frontiere, come ha riportato Reuters. Si tratta di un corpo di guardie di frontiera europeo che, nel breve termine (fino a un anno), dovrebbe essere composto da agenti forniti dagli stati membri per potenziare i controlli alla frontiera. Nel lungo periodo, invece, le guardie dovrebbero diventare un corpo integrato a Frontex, ma tale procedura implicherebbe oltre alla modifica delle leggi comunitarie anche la modifica di alcune Costituzioni nazionali.
“Un’Europa con confini esterni non sicuri sarà un Europa con controlli interni alla frontiera”, ha aggiunto Thomas de Maizière, riferendosi ai controlli alla frontiera che sono iniziati a partire dall’iniziativa Ungherese di chiudere i suoi confini.
LA SITUAZIONE DELLA GERMANIA
Angela Merkel, intanto, continua a sostenere la linea di apertura totale, sottolineando che la Germania è in grado di gestire l’enorme flusso di migranti che si presentano alle sue porte da quando sono state aperte. Ma i problemi interni alla Germania non sono pochi: al di là dei problemi numerici (servono nuovi insegnanti per far fronte al numero di bambini in età scolare e nuove forze di polizia per rendere sicure le città tedesche), sono gli scontri che quotidianamente avvengono nei centri di accoglienza a spaventare le autorità tedesche. Da una parte i centri di accoglienza non riescono a far fronte al numero di profughi, dall’altra i gruppi neonazisti continuano ad alzare la voce contro i migranti.
La popolarità della Cancelliera, sottolinea The Guardian, ha subito un duro colpo sia tra gli stessi componenti del suo partito che nel suo elettorato, soprattutto nelle regioni ex sovietiche in cui i sentimenti anti immigrati sono più forti.
I NUMERI IN BAVIERA E LE PROCEDURE DI ASILO
Dalle pagine del quotidiano torinese La Stampa è il deputato dell’Spd (partito socialdemocratico tedesco) e membro della commissione Interni del Bundestag, Matthias Schmidt, a chiarire che la posizione di Merkel è in linea con quanto previsto dalla Costituzione tedesca: “Per noi della Spd il nucleo sostanziale del diritto all’asilo resta intoccabile. Lo dice anche la nostra Costituzione. Ogni rifugiato che arriva qui ha diritto a una procedura individuale e seria. Certo – continua Schmidt -, può anche darsi che si decida di rifiutargli quel diritto. È qualcosa che tendiamo a rimuovere, perché sono sempre scene strazianti quando la polizia va a prendere a casa un migrante per rispedirlo nel suo Paese“.
Secondo il deputato Spd il numero di arrivi di cui ha parlato il ministro De Maizière (10 mila arrivi al giorno) non sono realistici. I flussi rallenteranno con l’inverno e gli arrivi saranno tra “gli 800 mila e un milione“. Per far fronte a un numero comunque molto importante di richieste di asilo, la Germania dovrà fare dei cambiamenti: sono stati aggiunti tre Paesi a quelli considerati sicuri per il rimpatrio – ha spiegato Schmidt a La Stampa – e il governo sta cercando di velocizzare l’esame delle richieste di asilo. “Ogni rifugiato ha diritto a una procedura individuale. Ma ridurremo i tempi, l’obiettivo è tre mesi“.