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Tutte le accuse di Carter per le mosse della Russia in Siria

Non solo in Ucraina, dove l’aggressione russa è evidente e vede impegnata l’Alleanza Atlantica a difesa del fianco Est. Mosca, ha spiegato oggi a Roma il numero uno del Pentagono, Ashton Carter, sta adottando una strategia “sbagliata” anche in Siria, dove colpisce “obiettivi che non sono dell’Isis”.

IL DISAPPUNTO DI WASHINGTON

Prima di volare alla volta di Bruxelles per la ministeriale Nato di domani, il segretario alla Difesa di Barack Obama è passato dall’Italia, dove ieri ha visitato la base di Sigonella e oggi ha incontrato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Intervenuto durante una conferenza stampa congiunta con la titolare del dicastero di Via XX Settembre, Carter non ha nascosto il disappunto americano per l’atteggiamento del Cremlino.

GLI ERRORI DI MOSCA

Sta commettendo “un errore, non collaboriamo”, ha dichiarato, smentendo le voci che vorrebbero un’intesa tra la coalizione internazionale a guida americana e Mosca. “Non abbiamo consentito di cooperare con la Russia, non lo faremo fino a quando seguiranno questa strategia sbagliata e fino a quando continueranno a colpire questi obiettivi”.

NESSUNA COLLABORAZIONE

Per il momento, ha sottolineato, “siamo disposti ad avere incontri sulle regole di sicurezza per i piloti”, ribadendo che fino ad ora Washington “non ha ricevuto alcuna richiesta formale di cooperazione” da parte del Cremlino. Un’intesa sarebbe comunque difficile da raggiungere adesso.

IL SOSTEGNO AD ASSAD

Nelle scorse ore, l’esercito siriano ha annunciato il lancio di una nuova “vasta operazione di terra” nel centro del Paese e, in contemporanea, il presidente russo Vladimir Putin ordina di sostenerla con i raid dei caccia in azione da giorni in Siria. Un intervento che rafforza ancora di più Bashar al-Assad. E proprio questo sostegno russo al dittatore, resosi responsabile di crimini gravissimi secondo la maggioranza degli osservatori, rappresenta ancora un punto di enorme distanza tra il Cremlino e la Casa Bianca, che vorrebbe per Damasco un futuro democratico.

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