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Ignazio Marino: smoke gets in your eyes

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A pensare a questi ultimi giorni della parabola da sindaco di Roma di Ignazio Marino, sembra proprio di vedere Fred Astaire e Ginger Rogers danzare sulle note, sognanti e un po’ amare, di Smoke gest in your eyes. L’amaro in bocca lo lascia il tentativo fallito – quello di governare una città in pasto alla propria medesima ‘grande bellezza’  -, mentre il  fumo negli occhi sta tutto nel finale. E nella dichiarazione circa i Fori Imperiali, che il sindaco uscente vorrebbe rendere totalmente pedonali prima di concludere il suo mandato.

I Fori Imperiali (forse) non saranno più attraversati da autobus e taxi, ok, ma il fumo continua ad affluire negli occhi già arrossati dai romani. Per i quali, questo ultimo intervento di Marino nulla aggiunge e nulla toglie alla percezione diffusa di debacle, nella migliore delle ipotesi.

Se non un lieto fine, Marino poteva salutare la sua esperienza capitolina con un enunciato di chiarezza. Con una assunzione di responsabilità e un lascito trasparente rispetto all’intento perseguito e alle difficoltà incontrate. Vittima della propria ingenuità politica, a Marino sembra mancare, fino all’ultimo, la capacità di aggregare consenso attorno alle proprie scelte. Imprese, cittadini, partiti (altrui e proprio), gruppi di influenza e ordini professionali: il deficit relazionale di Marino ha investito tutte e ciascuna di queste categorie, determinando un finale scritto nelle stelle.

 

 

 

 



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