Sarà Martin Kobler, attuale rappresentante Onu in Congo, a prendere il posto entro il 20 ottobre – data in cui scade il parlamento di Tobruk – dell’inviato speciale in Libia, Bernardino León.
LA VITA E LA CARRIERA
Tedesco, classe 1953, laureato in Legge, Kobler è un diplomatico di carriera, sposato con Brita Wagener, anch’ella diplomatica, con la quale ha avuto tre figli.
Prima di essere destinato in Congo nel 2013, sotto la guida del segretario generale Ban Ki-Moon è stato inviato speciale in Iraq e a capo della missione umanitaria in Iraq (Unami) dall’ottobre 2011 a luglio 2013. In precedenza era stato vice inviato speciale in Afghanistan dal 2010 al 2011.
La sua carriera non si è limitata però alle Nazioni Unite. Kobler vanta diversi incarichi anche in Germania: è stato, tra le altre cose, ambasciatore in Iraq ed Egitto e capo di gabinetto dell’ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer dal 2000 al 2003. Questo il suo profilo Twitter: @koblersrsg.
COSA ASPETTA KOBLER
Ma nonostante l’esperienza, per il diplomatico, prendere il posto di León – travolto dalle critiche – non sarà facile.
L’inviato spagnolo aveva fissato al 20 ottobre, giorno in cui termina il mandato del parlamento di Tobruk, il termine dei negoziati. Non è però scontato che un’intesa per la formazione di un governo nazionale verrà raggiunta per quella data. Le distanze tra il governo riconosciuto dall’Occidente e Tripoli sembrano ancora troppo ampie e sarà compito di Kobler far sì che vengano ristrette. Ma ne sarà all’altezza?
I DUBBI
“Alcuni Paesi – scrive oggi Vincenzo Nigro su Repubblica – a mezza voce avevano obiettato a Ban Ki-moon che non aveva senso sostituire León adesso, a metà del guado; ma i riti e le liturgie dell’Onu hanno prevalso. Ad occuparsi del negoziato in una fase cruciale arriverà un altro diplomatico che non è mai stato a Tripoli, ma mette d’accordo i capi del Palazzo di Vetro”. Soprattutto perché, come aveva anticipato l’agenzia Reuters a inizio settembre, ipotizzandone la nomina, Kobler ha il profilo di “un uomo d’azione e non di un burocrate da scrivania”. L’Italia, ad esempio, ha dato il proprio assenso, “anche perché non aveva un nome alternativo”. Ma ora Palazzo Chigi, prosegue Nigro, si aspetta di “avere il comando militare di una possibile missione Onu di stabilizzazione” (difficile se anche Kobler dovesse fallire e non si desse corso al governo di unità nazionale).
LE IPOTESI
Per ovviare però alla scarsa conoscenza del Paese da parte del diplomatico tedesco, una delle ipotesi, sottolinea il quotidiano diretto da Ezio Mauro, “era che León potesse rimanere come “inviato speciale” e coordinatore della mediazione, mentre Kobler avrebbe assunto inizialmente solo l’incarico di capo della missione Unsmil a Tripoli, col compito di riaprire l’ambasciata Onu nella capitale e rinforzare un’ambasciata “nomade” che in questi mesi si era aggirata fra Tunisi, Casablanca, Ginevra senza riuscire a radicarsi in Libia viste le condizioni di assoluta insicurezza”.