Quando si parla del Mezzogiorno, per capire come stanno le cose non basta citare i dati del Pil che confermano la crescita dello squilibrio tra nord e sud. Occorre anche guardare il concreto svolgersi della vita sociale. Solo così possiamo capire cosa sono ancora nel Sud le cosiddette strutture civili: ferrovie, viabilità, acquedotti, stato del territorio e altro.
Dopo la Liberazione, nel sud si svolsero grandi lotte non solo per la riforma agraria ma per il lavoro, anche attraverso gli “scioperi al rovescio” per costruire strade, fogne, acquedotti, scuole e case popolari. In Sicilia lo Statuto di autonomia, attraverso l’art 28 che prevedeva un fondo finanziato dallo Stato per riequilibrare i redditi tra l’isola e il nord, furono avviate opere pubbliche per strutture e servizi, comprese le scuole. Poi venne la Cassa del Mezzogiorno e, con ritardo rispetto al centro-nord, si costruirono (male) anche le autostrade. Sono passati tanti anni e da allora molto si è logorato e sfasciato mentre il territorio è stato devastato dall’abusivismo. Si evocava il Ponte sullo Stretto mentre, come ho detto, la viabilità, le ferrovie e le strutture civili sono a pezzi, vecchie e logorate.
Ho fatto questa lunga premessa per dire che a Messina – una grande città di 250 mila abitanti – da 5 giorni manca l’acqua perché nel Catanese c’è stata una grave frana che ha colpito la rete. Nessuno ne parla ma in quella città le scuole sono chiuse, gli uffici deserti, gli ospedali in gravi difficoltà. A quanto pare è previsto che non ci sarà acqua per altri 5 giorni.
Questa situazione è uno dei quadri delle condizioni del Sud. Il presidente del Consiglio ripete in Italia e all’estero che c’è la ripresa economica e che tutto va meglio. Non sottovaluto il fatto che lentamente nel nostro Paese si stanno superando gli anni neri della crisi. Ma delle condizioni in cui vive il Sud, per il lavoro e per la vita sociale e civile, non si parla come se questa parte del Paese fosse da sempre destinata ad arrancare dietro la locomotiva che al nord si rimetterebbe in moto.
Anche dal Sud non vengono proteste e proposte forti e convincenti per attrarre l’attenzione del Paese. E sembra che prevalga il mugugno e la rassegnazione. Le Regioni è come se non ci fossero, o peggio appaiono come un peso in questa realtà. È così o mi sbaglio?