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Che cosa pensa la Nato delle incursioni della Russia in Siria

Il clima tra Russia e Nato era già incandescente, tanto per la crisi ucraina quanto per il sostegno del Cremlino a Damasco. Ma le recenti violazioni dello spazio aereo turco da parte di Mosca hanno contribuito a scaldarlo ancora di più. Arrivando ieri alla riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza a Bruxelles, il segretario generale Jens Stoltenberg ha subito lasciato intendere il sentimento atlantico chiarendo che “la Nato è in grado ed è pronta a difendere tutti gli alleati, inclusa la Turchia”. Ancora Russia, dunque, e ancora tensioni, proprio in un momento in cui si discute con sempre maggior vigore anche della protezione del fianco Sud.

L’AVVERTIMENTO DI STOLTENBERG

“Abbiamo visto – ha rimarcato – una forte, crescente presenza militare russa in Siria. Abbiamo assistito a raid, a bombardamenti con missili cruise, a incursioni nello spazio aereo turco e, naturalmente, tutto questo è motivo di preoccupazione”. Mosca, ha ammonito, deve giocare “un ruolo costruttivo e di cooperazione nella lotta all’Isis” e “non continuare il suo sostegno al regime di Bashar al-Assad“. E per essere ancora più chiaro ha aggiunto: favorire il dittatore “non rappresenta un contributo costruttivo alla pace e ad una soluzione pacifica” in Siria (una posizione analizzata su Formiche.net da una delle firme di Foreign Policy, Lara Jakes).

LE PAROLE DI LUTE

Perplessità anticipate meno di quarantotto ore prima dal generale Douglas Lute (nella foto), ambasciatore degli Stati Uniti d’America presso la Nato. A un confronto con i giornalisti, il diplomatico ha messo in evidenza come il problema fondamentale con la presenza e le attività russe in Siria dal punto di vista “dell’Alleanza e degli Stati Uniti” è “la non condivisione di finalità comuni”, un problema che blocca anche un possibile scambio d’intelligence. “Abbiamo un interesse comune a sconfiggere l’Isis, ma non abbiamo lo stesso obiettivo quando si tratta di sostenere il regime di Assad”.

LE ACCUSE DI CARTER

Sulle burrascose relazioni con Mosca, era intervenuto l’altro ieri con decisione anche Ashton Carter nel suo viaggio in Italia. Prima di volare alla volta di Bruxelles per la ministeriale dell’Alleanza Atlantica, il segretario alla Difesa Usa – azionista di maggioranza della Nato – ha visitato martedì Sigonella, mentre mercoledì ha incontrato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Intervenuto durante una conferenza stampa congiunta con la titolare del dicastero di Via XX Settembre, Carter non ha nascosto il disappunto americano per l’atteggiamento del Cremlino. Sta commettendo “un errore, non collaboriamo”, ha dichiarato, smentendo le voci che vorrebbero un’intesa tra la coalizione internazionale a guida americana e Mosca. “Non abbiamo consentito di cooperare con la Russia, non lo faremo fino a quando seguiranno questa strategia sbagliata e fino a quando continueranno a colpire questi obiettivi”. Per il momento, ha sottolineato, “siamo disposti ad avere incontri sulle regole di sicurezza per i piloti”, ribadendo che fino ad ora Washington “non ha ricevuto alcuna richiesta formale di cooperazione” da parte del Cremlino.

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