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Pirelli, l’Opa e il nodo Malacalza

Sta per arrivare la resa dei conti in Pirelli. Il tempo stringe, perché martedì 13 ottobre sarà l’ultimo giorno utile per apportare azioni all’Opa (offerta pubblica d’acquisto) da 15 euro a titolo lanciata da Marco Polo Industrial Holding, la scatola finanziaria controllata dai cinesi di ChemChina e partecipata da Camfin.

GLI ULTIMI NUMERI DELL’OPERAZIONE

Venerdì scorso a mercato chiuso l’agenzia Radiocor ha riportato i risultati più aggiornati relativi all’offerta. Ebbene, Marco Polo Industrial Holding, considerando tutte le adesioni già arrivate, compresa quella a sorpresa del fondo di John Paulson, può ormai contare sul 50% del capitale ordinario del gruppo della Bicocca. Praticamente, Marco Polo Industrial è ora a un passo dal delisting, fissato a una percentuale minima di azioni pari al 55 per cento. Questo significa che basta che tra lunedì e martedì tanti azionisti che rappresentino il 5% del capitale apportino titoli all’Opa perché ChemChina e il patron della Pirelli Marco Tronchetti Provera possano condurre, come da loro piani, la società degli pneumatici fuori dal listino di Piazza Affari.

IL DELISTING E I SUOI MOTIVI

Anche gli analisti, dopo gli ultimi accadimenti, sembrano dare ormai per scontato il delisting della Pirelli. Quelli di Equita Sim, per esempio, nei giorni scorsi, hanno motivato così la riduzione della raccomandazione sulla società a “reduce” (“ridurre il titolo in portafoglio”): “Riteniamo probabile il delisting del titolo e improbabile un rilancio (del prezzo dell’Opa, ndr). Pur restando dell’idea che i benefici dello spin-off della divisione consumer e della fusione di quella industrial con Aeolus permettano di ottenere valutazioni superiori al prezzo dell’Opa, non intendiamo correre il rischio di restare con un titolo illiquido”. Sì, perché, al di là del linguaggio tecnico degli analisti, va ricordato che il fatto di non essere quotati su un mercato azionario consentirà a ChemChina e Tronchetti di procedere più semplicemente e velocemente con lo scorporo delle attività già previste dall’impianto generale dell’operazione.

IL NODO DELLA FAMIGLIA MALACALZA

Di sicuro, in questi ultimi due giorni che mancano alla scadenza dell’Opa, gli occhi sono puntati verso la famiglia genovese Malacalza. Quest’ultima, che in passato ha intrattenuto rapporti turbolenti con Tronchetti, a meno di colpi scena finali, dovrebbe decidere di conferire all’Opa il proprio 7% di Pirelli. In una intervista al Sole 24 Ore dello scorso giugno, Vittorio Malacalza aveva fatto sapere che avrebbe deciso soltanto alla fine “se aderire o meno” all’operazione. Manca ormai pochissimo e lo scopriremo. Se i Malacalza si chiamassero fuori dal gruppo una volta per tutte, calerebbe il sipario su anni di tensioni e incomprensioni reciproche.



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