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Sinodo, parla il cardinale Erdo: “No alla comunione ai divorziati risposati”

Alle 9 del mattino, dopo il Veni Creator Spiritus, le lodi e il messaggio del cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, ieri hanno avuto ufficialmente inizio i lavori della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Il saluto è stato dato da uno dei quattro presidenti delegati, il cardinale francese André Vingt Trois. Quindi, è stata la volta dell’intervento (breve) del Papa.

“IL SINODO NON E’ UN PARLAMENTO”

“Il Sinodo – ha detto Francesco – non è un convegno o un parlatorio, non è un parlamento o un Senato dove ci si mette d’accordo. Il Sinodo è una espressione ecclesiale, cioè è la Chiesa che cammina insieme per leggere la realtà con gli occhi della fede e con il cuore di Dio. E’ la Chiesa che si interroga sulla fedeltà al deposito della fede, che per essa non rappresenta un museo da guardare e nemmeno solo da salvaguardare, ma è una fonte viva dalla quale la Chiesa si disseta per dissetare e illuminare il deposito della vita”.

“LASCIARE LE 99 PECORELLE PER CERCARE L’UNICA SMARRITA”

Il Pontefice ha insistito molto sul ruolo dello Spirito Santo, soprattutto quando ha osservato che “nel Sinodo, lo Spirito parla attraverso la lingua di tutte le persone che si lasciano guidare dal Dio che sorprende, dal Dio che rivela ai piccoli ciò che nasconde ai sapienti e intelligenti, dal Dio che ha creato la legge e il sabato per l’uomo e non viceversa, dal Dio che lascia le 99 pecorelle per cercare l’unica pecorella smarrita, dal Dio che è sempre più grande delle nostre logiche e dei nostri calcoli”.

NIENTE COMPROMESSI O NEGOZIATI

“Senza lasciarsi guidare dallo Spirito – ha aggiunto il Papa – tutte le nostre decisioni saranno soltanto delle decorazioni, che invece di esaltare il Vangelo lo ricoprono e lo nascondono”. E, ancora, Francesco ha ricordato che “il Sinodo non è un Parlamento dove per raggiungere un consenso o un accordo comune si occorre al negoziato, al patteggiamento o ai compromessi”. L’unico metodo, ha chiosato Bergoglio, “è quello di aprirsi allo Spirito Santo, con coraggio apostolico, con umiltà evangelica e con orazione fiduciosa, affinché sia lui a guidarci, ad illuminarci e a farci mettere davanti agli occhi con i nostri pareri personali, la fede in Dio, il bene della Chiesa e la salis animarum”.

LA RELAZIONE DEL CARDINALE BALDISSERI

E’ toccato poi al cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, tenere la relazione d’apertura, una sorta di sunto del percorso biennale fin qui svolto. Baldisseri ha anche toccato il tema dei due motu proprio dello scorso 8 settembre con cui il Papa ha riformato il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio. “Tenendo conto del consenso raggiunto nella III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo, consenso confermato nella fase intersinodale di approfondimento dei Lineamenta, Papa Francesco ha offerto in quei documenti disposizioni per favorire non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi, non meno che una giusta semplicità”.

I PALETTI DEL CARDINALE ERDO

Più tardi è stata la volta del lungo discorso del cardinale Péter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore generale del Sinodo. Il porporato ungherese è sembrato chiudere diverse porte aperte sia dal cardinale Walter Kasper nella sua relazione concistoriale del febbraio 2014 sia dal Sinodo straordinario dello scorso ottobre.

NIENTE COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI

“Riguardo ai divorziati risposati civilmente è doveroso un accompagnamento pastorale misericordioso il quale però non lascia dubbi circa la verità dell’indissolubilità del matrimonio insegnata da Gesù Cristo stesso”, ha osservato Erdo. “La misericordia di Dio offre al peccatore il perdono, ma richiede la conversione”. E ancora, “ciò che impedisce alcuni aspetti della piena integrazione non consiste in un divieto arbitrario, ma è un’esigenza intrinseca richiesta in varie situazioni e rapporti, nel contesto della testimonianza ecclesiale”. Il relatore generale ha osservato che “l’integrazione dei divorziati risposati nella vita della comunità ecclesiale può realizzarsi in varie forme, diverse dall’ammissione all’eucarestia”, come già suggerisce l’esortazione Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II. E proprio il documento di Karol Wojtyla è stato citato in riferimento alla via penitenziale: “Questa espressione si usa in modi diversi – ha osservato Erdo –; modi che necessitano di essere approfonditi e precisati”.

LA POSIZIONE SUGLI OMOSESSUALI

Quanto alla questione dell’accompagnamento pastorale degli omosessuali, il relatore generale ha detto che “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. A ogni modo, “gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza”.

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