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Turchia, tutte le difficoltà di Erdogan

La gestione della situazione interna rischia di sfuggire di mano al presidente della Turchia, tra le accuse di incapacità di garantire la sicurezza al Paese e complotti, e con i curdi che sono ormai sul piede di guerra e lo Stato islamico che ha avviato le proprie azioni incontrollabili.

IL FRONTE ESTERNO

Ma i problemi per Erdogan arrivano anche dall’esterno, e rischiano di far abbassare ancora di più i consensi elettorali del presidente. Il Financial Times ha scritto che l’intervento russo nella guerra civile siriana al fianco del regime potrebbe avere ripercussioni sui rapporti economici tra Mosca e Ankara. La Turchia è nemica della Siria, e molto del controverso lassismo nei confronti del traffico di armi e uomini diretti al jihad siriano si deve anche a questo: il governo lasciava muovere i combattenti diretti ai gruppi ribelli siriani, anche all’IS, che andavano a combattere un nemico al posto suo, e in cambio otteneva anche una sorta di tacita pace interna (prima degli ultimi mesi non c’erano mai stati attentati dell’IS in Turchia).

RUSSIA E TURCHIA AGLI ANTIPODI

Ora Russia e Turchia si trovano su due lati opposti e inconciliabili del conflitto siriano, con programmi opposti: la Turchia vuole per prima cosa togliere di mezzo Assad, la Russia no. Posizioni distanti da sempre, ma finora tenute sedate dall’assenza di un impegno aperto e diretto nel conflitto proxy siriano. La tensione tra i due Paesi s’è alzata quando caccia di Mosca in missione di bombardamento sulla Siria hanno violato lo spazio aereo turco: circostanza che s’è ripetuta più volte in questi dieci giorni di raid russi e sempre giustificata dal Cremlino come un errore di navigazione (improbabile, visto le tecnologie dei jet). Erdogan è chiaramente irritato perché, nonostante la visita ufficiale a Mosca il mese scorso, non è stato avvertito dal suo omologo Vladimir Putin dell’inizio delle operazioni siriane.

LA NATO INVOCATA

Il presidente turco ha invocato l’aiuto Nato in seguito agli sconfinamenti aerei russi (in particolare l’articolo 5 dell’accordo di alleanza, quello secondo cui l’aggressione a un paese membro rappresenta un’aggressione all’intera Nato), chiedendo l’invio di rinforzi, per deterrenza. E attacca Putin anche minacciando di far saltare l’affare della costruzione di una centrale nucleare in Turchia, un incarico da 20 miliardi di dollari, per il momento in mano a ditte russe di consulenza. Ma il rapporto tra Mosca e Ankara è più di dipendenza che di interdipendenza: la Russia è il secondo partner commerciale della Turchia, che prende dalla Russia oltre il 60% di gas naturale, rendendola vulnerabile ad eventuali interruzioni sulle forniture.

LA CONTROVERSA GESTIONE DEI PROFUGHI SIRIANI

Tra i problemi “esterni” di Erdogan, c’è anche la crisi migratoria. La Turchia chiede all’Europa maggiore sostegno nell’accoglienza ai migranti, e la Commissione avrebbe pronto un piano da 1 miliardo di euro: Erdogan agli occhi del mondo su questo tema parte da una condizione di credito, avendo già fatto spazio nei suoi territori a milioni di rifugiati del conflitto siriano, e si teme che altri ne arriveranno visto che le operazioni russe dirette contro i gruppi combattenti di Hama, Homs e Idlib, potrebbero portare ad un ulteriore esodo massiccio da queste aree. Però, come sostiene la ricercatrice dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del Cnr Eugenia Ferragina su Formiche.net, «La Turchia non è un paese povero [differentemente dal Libano, dall’Iraq, o al limite anche dalla Giordania, che hanno ricevuto altrettanti migranti. ndr], ma ha semplicemente predisposto campi polverosi, senza servizi, senza assistenza di nessun genere». E dunque, sotto quest’ottica, il governo turco ricoprirebbe anche sulla questione-migranti un ruolo controverso: starebbe sfruttando l’esternalità prodotte dalla guerra civile in Siria per i propri interessi. Mostrarsi operoso nell’accoglienza ai migranti, potrebbe servire per costruirsi un credito internazionale da spendere davanti alle accuse varie
sull’autoritarismo.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI

Sabato il Cancelliere tedesco Angela Merkel sarà in Turchia per incontrare il presidente Erdogan e il premier Davutoglu, con cui aveva già tenuto un bilaterale qualche settimana fa, a margine dell’Assemblea generale della Nazioni Unite. Si discuterà di immigrazione, tema su cui la Merkel s’è fortemente spesa dichiarando accoglienza senza limiti ai profughi siriani, forse anche nel tentativo di coinvolgere gli altri Paesi. Si discuterà anche della crisi siriana e delle possibili risoluzioni, un coinvolgimento che potrebbe migliorare i rapporti tra Turchia e UE, e ci si aspetta sbandieramenti dei media di stato, come propaganda elettorale.

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