Poche settimane fa è nato in Italia il più grande gruppo editoriale di sempre, un colosso che si regge su due pilastri: Mondadori e Rizzoli. Fusione che qualcuno ha presentato come necessaria, per difendere le peculiarità italiane di fronte allo strapotere di gruppi internazionali, ad esempio Amazon negli Stati Uniti. Un punto di vista per certi aspetti vicino al vero, ma che comunque guardando l’altra faccia della medaglia mette a rischio il pluralismo editoriale e quindi la libertà di scelta e di gradimento dei lettori. La difesa pertanto della moltitudine delle piccole e medie aziende indipendenti e dei contenuti redazionali di qualità deve essere l’obiettivo fondamentale da perseguire. La stampa in generale, (libri, riviste, quotidiani) ha perso lettori, non solo per l’avvento delle nuove tecniche, ma perché negli ultimi anni non c’è stata scrupolosa attenzione per la qualità, comportando di conseguenza un calo di fiducia. Una preoccupante crisi di carattere morale. C’è, quindi, necessità di migliorare i contenuti per mettere a disposizione di chi legge prodotti di buon livello. In questa logica ha senso la difesa e la tutela degli editori indipendenti. La speranza di varare una buona legge, che preveda consistenti incentivi, e che ponga in risalto il pluralismo editoriale, funzionale alla diffusione e alla promozione della lettura, riconoscendo il libro prodotto fondamentale è il punto di partenza, anche per la crescita della condizione culturale del Paese. In tale prospettiva le istituzioni locali non possono che affiancare iniziative nazionali ed europee con provvedimenti legislativi e amministrativi corrispondenti.
La questione dovrebbe essere di interesse anche del mondo della scuola. La lettura tra i ragazzi sta diventando quasi residuale, come è avvenuto nel recente passato per il far di conto. Gli strumenti della moderna tecnologia: piccoli calcolatori, iPad, tablet, pc ormai fanno perdere di vista l’importanza del saper leggere il libro di carta e del saper far di conto in modo tradizionale, funzionali allo sviluppo delle essenziali capacità cognitive, emotive, logiche e di ragionamento.
Bisogna evitare che la realtà sempre più difficile in cui lavorano e operano piccoli e medi editori indipendenti, attori e protagonisti di un prezioso impegno di ricerca, ma le cui condizioni di sopravvivenza si fanno sempre più difficili porti alla morte di imprese storiche del settore del nostro Paese. Il gravissimo calo degli indici di lettura consiglia di agire con rapidità e determinazione per fermare il declino.
E’ auspicabile comunque che chi ha il compito di vigilare sull’operazione Mondadori-Rizzoli lo faccia con severa e imparziale attenzione, perché non venga danneggiata l’economia e la cultura degli italiani.
Tutelare l’editoria indipendente
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