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Cosa penso della proposta di revisione Ue sul copyright

Nei giorni scorsi è apparsa in rete una bozza dell’imminente comunicazione della Commissione EU, nell’ambito della strategia sul Single Market, intitolata “Towards a modern, more European, copyright frame work”.

Da una prima lettura l’impegno della Commissione è sicuramente orientato verso un approccio molto bilanciato, certamente molto più soft di quanto originariamente annunciato da Oettingher e Ansip qualche mese fa, ma comunque con l’obiettivo di portare qualche risultato nella prima parte del 2016.

Sicuramente si evince come la Commissione abbia tenuto conto delle posizioni espresse dagli Stati membri nel Consiglio del giugno 2015, dove ad esempio l’Italia ha portato una linea molto pro-copyright, e della risoluzione del Parlamento EU nel cosiddetto rapporto Reda. Un rapporto molto equilibrato che è stato votato nel luglio di quest’anno a Strasburgo.

Sul delicato tema della portabilità dei servizi la Commissione intende considerare una proposta legislativa nella primavera del 2016 che estenda alcune delle previsioni della direttiva Satellite e Cavo alla distribuzione cross-border di trasmissioni online TV e radio. Un progetto che comprende allo stesso tempo anche un sostegno ai titolari dei diritti ed ai distributori per l’individuazione di accordi di licenza che consentano l’utilizzo transfrontaliero da parte dei consumatori finali dei servizi messi a disposizione da parte degli operatori. Ovviamente la Commissione pensa anche ad ipotesi che vedano la creazione di meccanismi di risoluzione delle controversie nel rilascio di tali licenze.

Altra area delicata riguarderà l’implementazione del trattato di Marrakesh  volto a facilitare l’accesso alle opere pubblicate per le persone non vedenti, con disabilità visive o con altre difficoltà nella lettura di testi a stampa dove peraltro le posizioni di alcuni Stati membri e della Commissione non coincidono sul’estensione delle eccezioni.

Su quest’ultime la commissione intende anche affrontare gli utilizzi ai fini di ricerca, il data mining e il diritto di panorama.

Nella bozza di comunicazione si affronta anche il tema della copia privata, oggi non armonizzata, cercando di individuare meccanismi che da un lato non introducano barriere nella circolazione dei prodotti e dell’altra parte affrontino l’aspetto riguardante una migliore distribuzione agli aventi diritto dei proventi.

Un punto importante che la Commissione intende affrontare, secondo quanto trapelato, è anche quello riguardante il cosiddetto gap di valore nella filiera dei contenti creativi, ovvero che tale valore sia allocato in maniera equa e che il copyright sia adeguatamente remunerato per gli utilizzi online.

In tale contesto la Commissione potrebbe anche chiarire la portata del diritto di comunicazione e di messa a disposizione del pubblico, un passo estremamente utile in quanto, ad esempio il tema del linking è oggi oggetto di decisione della Corte di Giustizia dell’EU

Sul fonte del contrasto agli illeciti la Commissione sembra prediligere un  modello legato al “follow the money” basato su codici di autoregolamentazione tra gli stakeholder, ma allo stesso tempo potrebbe anche affrontare l’aspetto dell’enforcement giudiziario transfrontaliero mediante misure connesse con le ingiunzioni e le misure preventive che abbiano efficacia su tutto il territorio EU. Infine viene affrontata la questione sull’efficacia delle azioni di notice e take down del contenuto illecito. Su tale fronte è possibile che la Commissione cerchi di individuare soluzioni migliori per assicurare che il contenuto rimosso resti effettivamente giù (notice and stay down).

L’obiettivo della Commissione sembra pertanto quello di focalizzare l’intervento su alcuni aspetti bene determinati piuttosto che riaprire ad un’ampia revisione della Direttiva Copyright, un obiettivo sicuramente condivisibile perché più orientato anche a sostenere l’industria creativa europea nell’evoluzione digitale.

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