E’ proprio una sfida parlare di certi argomenti e farsi capire, soprattutto quando c’è in giro chi ha come… personal trainer l’ideologia e la stupidità. Spero proprio che i miei amici di blog stiano ben lontani dalla mancanza di intelligenza e che mi seguano in queste righe, che cercherò di rendere chiare anche per il lattaio dell’Ohio, come diceva Montanelli…
Oggi vi presento un saggio (al quale Formiche.net ha dedicato uno spazio appena uscito) un po’ particolare, che parla di “scuola” in modo specialissimo: con speranza. “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento”, ed Giappichelli, che abbiamo scritto “a sei mani” (un bel concerto, vero?), Marco, M. Chiara ed io, spiega come può fare lo Stato a garantire a tutti i bambini e ragazzi, anche al povero profugo siriano, una scuola buona, sana, libera. Ebbene, c’è un unico sistema per “venire a capo” del pachiderma-scuola italiana, di questo mammuth congelato che aspetta pazientemente di tornare in vita e soprattutto di fare una bella cura dimagrante. Di sprechi.
Il sistema è quello di individuare il “costo standard di sostenibilità per studente”. Possiamo parlare di bravi docenti, di presidi in grado di fare il loro (ingrato) mestiere; mettiamo in campo l’autonomia, i progetti, la valutazione di alunni e insegnanti, tutto quello che volete o che è scritto nell’ultima legge sulla scuola, la 107/15; ma se non si determina il costo standard di sostenibilità per alunno, sarà tutto inutile, perché lo Stato non saprà mai quanto gli costa ogni alunno, i soldi sprecati saranno come una emorragia e il povero diavolo che desidera scegliere una buona scuola pubblica – statale o paritaria – se ne andrà con le pive nel sacco, alla faccia della Costituzione che dal 1948 proclama la libertà di scelta della famiglia. O, se vorrà scegliere, dovrà pagare 2 volte: le tasse per la scuola allo Stato (NB: gestore e controllore di scuole! Bello, eh?) e la retta in una buona scuola pubblica paritaria. Così è, se vi pare. In tutti i Paesi europei c’è libertà di scelta educativa in un pluralismo formativo; stupore e abominio verso l’Italia, in cui il 12% di scuole pubbliche paritarie, che fanno parte del servizio Nazionale di istruzione, ricevono 500 mln di euro all’anno, a fronte di una spesa di 56 mld che spende il restante 88% della scuola pubblica gestita (controllata, ripeto…) dallo Stato. Con il costo standard di sostenibilità potremmo risparmiarne ben 17 mld di euro… vediamo dunque come il costo standard può aiutare…la baracca, e naturalmente che cos’è.
Si tratta del costo che una struttura scolastica pubblica, statale o paritaria, avrebbe (per ciascuno studente e complessivamente), qualora essa funzionasse secondo determinate condizioni di qualità, efficacia ed efficienza. Utopia? No. L’essere umano è intelligente: lo dimostri.
La determinazione del costo standard richiede di conoscere quante risorse occorrono per mettere in campo azioni di tipo, appunto, standard, che fanno funzionare la scuola e che abbiano – tali azioni o “processi” – caratteristiche di qualità, efficienza e di sostenibilità economica.
Il “costo standard di sostenibilità” è il “prezzo” che lo Stato riconosce alla singola struttura scolastica pubblica, paritaria o statale, per farla funzionare BENE. Di conseguenza:
– le scuole pubbliche italiane, statali e paritarie, giocheranno “ad armi pari” e punteranno sulla qualità
– le famiglie potranno scegliere la scuola pubblica, statale o paritaria, che vogliono
– le scuole saranno stimolate a migliorare continuamente, per essere scelte dalle famiglie che finalmente si accorgeranno della qualità
– lo Stato finalmente saprà quanto gli costa la scuola, perché i conti saranno chiari e gli sprechi eliminati.
Naturalmente è un calcolo, quello del costo standard, da fare bene, capendo bene i servizi e le azioni che servono alla scuola, senza fare calcoli campati per aria… come se fosse un’azienda qualunque; occorre conoscere bene i costi che occorreranno, sapendo bene cos’è un bilancio; sarà necessario verificare che una scuola funzioni bene, cioè sia “virtuosa” dal punto di vista educativo, sociale ed economico, e cioè:
– promuova la libertà di scelta dei genitori
– abbia strutture efficienti e sostenibili
– sia innovativa nella didattica
– cresca in modo positivo, nel tempo, “a misura di bambino/ragazzo”
– abbia un impatto favorevole sul territorio, sul lungo periodo.
Solo con questa mentalità e con questo meccanismo la scuola italiana si salverà. Un buon costo standard, calcolato tenendo presenti tutte le variabili, con una mentalità anti-spreco (che non significa avere il braccino corto, ma essere intelligenti) avrà vantaggi molto positivi:
– una grande sfida culturale e operativa “al rialzo” sia per le scuole pubbliche statali che per quelle pubbliche paritarie, con chiari vantaggi positivi di breve periodo e di medio-lungo periodo per le scuole stesse, per gli studenti e per le loro famiglie;
– uno stimolo rilevante alla crescita e per la solidità delle singole scuole e di tutto il Sistema Nazionale di Istruzione italiano;
– un modo più efficace ed equo di finanziare le scuole pubbliche, statali e paritarie, realizzando concretamente nuove condizioni di sviluppo del sistema, ma anche di piena libertà di scelta delle famiglie, e quindi di reale parità scolastica.
Vediamo quanto lo Stato pagherebbe per ogni alunno in regime di costo standard, di sostenibilità tenendo presenti svariati casi. Qui vi lascio riflettere sui numeri. Da notare: le fonti sono l’ISTAT e il MIUR… non c’è scampo! Si considerano tutti i tipi di scuola e le loro situazioni:
Si può facilmente desumere che nel presente studio non emergono grandi differenze in termini di costo standard annuo di sostenibilità per gli allievi dei licei scientifico, classico, linguistico e degli istituti tecnici turistici. La metodologia indicata consente di calcolare i costi standard specifici di sostenibilità per ciascuna tipologia di istituto tecnico.
Se lo Stato Italiano applicasse il costo standard di sostenibilità per tutti gli 8.908.102 studenti italiani (totale degli studenti che oggi frequentano la scuola paritaria e di quelli che frequentano la scuola statale) la Spesa Pubblica Totale si assesterebbe intorno a € 38.347.989.316,26, ben al di sotto della Spesa che oggi sostiene, pari a € 55.169.000.000,00.
Per gli approfondimenti rimando al testo
http://www.fidaelombardia.it/Objects/Pagina.asp?ID=957
Scriveremo ancora di questo … e leggerò con interesse i vostri commenti. Grazie