Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Filippo Merli apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi
Rosario Crocetta fa i nomi. Il Pd, però, non ci sta. E insorge. Appena il governatore della Sicilia ha nominato gli assessori che formeranno la nuova giunta regionale, il segretario del Partito democratico siciliano, Fausto Raciti, ha parlato di «errore», prima di esprimere le sue perplessità allo stesso Crocetta.
Il quale, proprio su spinta del Partito democratico, non ha escluso la possibilità di rivedere la posizione di alcuni profili tra quelli ufficializzati. Il quarto rimpasto in tre anni, dunque, potrebbe sfociare subito nel quinto.
Dopo giorni di trattative coi partiti e annunci caduti nel vuoto, martedì Crocetta ha reso noto i nomi che andranno a formare il nuovo esecutivo dopo l’azzeramento di quello precedente. Un governo incentrato sul Pd, in particolare sull’ala del partito che fa riferimento al leader della Sinistra dem, Gianni Cuperlo. Primo fra tutti, Antonello Cracolici, che lascerà la presidenza della commissione Affari istituzionali per ricoprire la carica di assessore all’Agricoltura.
Quel che non è piaciuto al Pd è stata la nomina ad assessore alla Funzione pubblica di Antonio Fiumefreddo, fedelissimo di Crocetta, su cui il Partito democratico aveva più volte posto il veto. Non solo. Ad agitare il centrosinistra è anche l’esclusione della corrente legata a Giuseppe Lupo (vicino al ministro Dario Franceschini). Lupo ha rifiutato di lasciare il posto di vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana per fare l’assessore, ma Crocetta, incassato il no, ha ignorato anche i suoi uomini.
Il nuovo esecutivo, nonostante la conferma di tre assessori, non piace neppure ai renziani, probabilmente per la forte presenza dell’area cuperliana. «Ho sempre ritenuto questo rimpasto inutile e figlio della vecchia politica», ha detto il presidente del Pd siciliano, il renziano Giuseppe Bruno, «e i fatti mi hanno dato ragione. Ancora una volta ci ritroviamo con un presidente pasticcione. Se la lista sarà confermata, meglio stare fuori da questa esperienza».
Per quanto riguarda l’Udc, che insieme col Pd forma l’asse con cui Crocetta è stato eletto nel 2012, la novità riguarda Gianluca Miccichè, che ricoprirà il ruolo (centrale) di assessore al Lavoro. Entra in giunta, con la carica di assessore ai Beni culturali, anche l’avvocato Carlo Vermiglio. Secondo indiscrezioni, sarebbe lui il tecnico vicino a Ncd di cui si è parlato nei giorni scorsi. Il leader del partito, Angelino Alfano, ha però smentito.
«Leggo da alcune agenzie di stampa che Ncd avrebbe un assessore tecnico nella giunta regionale siciliana», ha spiegato il ministro dell’Interno. «Ribadisco che noi siamo e restiamo estranei alla giunta di governo. Nessuno dei membri della giunta ci rappresenta e, nello specifico, non ho il piacere di conoscere personalmente l’illustre professionista che ci viene attribuito». Alfano conferma che Ncd sosterrà le riforme, ma ribadisce che i suoi esponenti sono «estranei al governo Crocetta e a questa giunta».
Fuori dall’esecutivo anche i socialisti, ma il problema, per il governatore, è mettere d’accordo le varie correnti del Pd. Le trattative col segretario Raciti proseguono e, secondo l’edizione siciliana di Repubblica, Crocetta potrebbe fare un rimpasto del rimpasto, sacrificando due assessori scelti da lui, Fiumefreddo e Cleo Li Calzi (Turismo), per far posto ad altri due esponenti concordati col Partito democratico. E non si esclude che uno dei due possa far parte dell’area del senatore Denis Verdini (ex Forza Italia).