E’ noto che per la buona politica l’arte del governare si misura attraverso gli atti compiuti. Le opere realizzate materialmente, le leggi varate in modo definitivo e la loro positiva ricaduta sulla vita della gente ne sono la vera prova. Il falso entusiasmo parolaio, sguaiato e parossistico, comunicato attraverso i media non è quindi giustificato se mancano i requisiti essenziali. Invece, i nostri governanti nazionali o locali si agitano con logorrea fastidiosa, monotona, ripetitiva per annunciare successi, svolte, cambiamenti di verso, senza che vi siano effetti concreti sul miglioramento del bene comune. E’ purtroppo ciò che è avvenuto in Italia da quando Berlusconi arrivò a Palazzo Chigi, inaugurando uno stile poco noto sino a qualche mese prima: usare sofismi per imbonire la gente, e in tal modo restare sulla cresta dell’onda. Il suo successore attuale Renzi non è da meno, conosce bene la tecnica. Gli italiani però hanno capito il senso del copione, manifestando insofferenza e fastidio, nell’ascoltare questo giovane politico di provincia che recita con aria tronfia, talvolta spavalda, la filastrocca che in Italia ormai la ripresa è iniziata, che l’Italia ha cambiato verso, che le riforme funzionano, che la disoccupazione è in calo e tutta la litania che ne consegue. A Renzi va, invece, ricordato con toni estremamente bassi che l’agricoltura di buona parte della regioni meridionali è in gravi difficoltà dopo le alluvioni della settimana scorsa; che a Messina i suoi abitanti sono stati senza acqua per lungo tempo, nonostante tutto lui e Alfano continuano a parlare inutilmente di ponte sullo Stretto; che i dipendenti dello Stato italiano sono senza contratto da otto anni; che le regioni e i comuni stanno vivendo una vita difficile per i tagli del governo, al punto che servizi essenziali ai cittadini non possono essere più garantiti. E il governo ancora annuncia riduzione di finanziamenti. Renzi non sa che al Sud la gente non ha i soldi per curare la propria salute e quella dei familiari; che la disoccupazione nel Mezzogiorno d’Italia è in caduta libera, per giovani e adulti. L’unico lavoro che si riesce ancora a recuperare è quello nero o sporco che offre la malavita. Renzi si esalta per i risultati raggiunti dal governo, ma quali, la vendita del 38% di Poste Italiane? I risparmi degli italiani depositati presso gli sportelli postali, messi a rischio da una pericolosa privatizzazione. O forse si riferisce all’aggressione spietata degli stranieri sulle nostre aziende produttive? Operazioni che servono solo ad impoverire le famiglie italiane. I toni falsamente trionfalistici sono inutili, non servono, perché la gente è molto più avveduta di quanto si possa credere. I conti in tasca li sa ancora fare. A Renzi bisogna dire: cambia verso!
Una brevissima chiosa che ha a che fare con la salute della democrazia italiana:
a Roma è stato nominato un commissario prefettizio al posto di Marino o un podestà sine die? No, solo per sapere, visto che si parla di progetti a lunga scadenza….i commissari prefettizi di solito si limitano all’ordinaria amministrazione per un tempo limitato.