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Cosa faremo con Salvini, Passera e Della Valle. Parla Mario Mauro

Un nuovo soggetto politico capace di unire le troppe sigle del centro popolare alternative al Pd e disposto a un dialogo con il centrodestra a tre punte di Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni senza però rimanerne succube.

E’ di questo che si sta ragionando in questi giorni alla convention “Uniti si vince” di Orvieto, in programma ieri e oggi, dove i senatori Carlo Giovanardi (Popolari liberali) e Mario Mauro (Popolari per l’Italia) insieme ad Ettore Bonalberti (Alef-Liberi e forti) e a Mario Tassone e Ivo Tarolli del Cdu hanno riunito diversi esponenti della galassia di centro e non solo per gettare le basi di un percorso condiviso che guardi alle amministrative 2016. E stia saldamente nel campo del centrodestra, come spiega l’ex ministro Mauro in questa intervista con Formiche.net.

Senatore Mauro, vi siete riuniti a Orvieto per fondare l’ennesimo partitino di centro?
La nostra proposta è una riflessione comune nel tentativo di ancorare il pensiero e l’azione dei cattolici liberali e popolari a un’ipotesi che dovrebbe essere di fatto il quarto petalo del centrodestra.

La strategia di allearsi col Pd seguita da Ncd va quindi abbandonata?
L’esperienza tentata da Ncd, partito nato per costruire letteralmente un nuovo centrodestra, si è trasformata in quella di un cagnolino di compagnia a Renzi. E’ chiaro che quella strada non può essere percorribile, non può avere successo un tale percorso di subalternità culturale oltre che politica. Va ripensato lo scenario politico italiano nel medio termine. Noi domani non presentiamo una lista pronta per le amministrative e partorita ad Orvieto, ma senza questa ambizione non avrebbe nemmeno senso che ci incontrassimo qui.

Quindi state saldamente nel campo del centrodestra? Siete alternativi a Renzi?
Renzi è il capo dei socialisti, e in uno scenario politico di contesto europeo come quello in cui si muove l’Italia, l’alternativa alla famiglia politica socialista è quella dei popolari, nella quale ci riconosciamo. Lo si vede anche nei provvedimenti adottati: la ricetta del governo Renzi è in fin dei conti quella di una certa sinistra italiana, che oggi con questo premier prende la forma della distribuzione di mance nella Legge di Stabilità ma non è comunque in grado di fare correre il sistema delle imprese, mentre nel rapporto con gli imprenditori si esprime soltanto in una logica di favori.

Siete disposti ad allearvi anche con Salvini?
Non intendiamo ingaggiare bracci di ferro. Interroghiamoci su quale sia il candidato sindaco migliore con il quale battere la sinistra in ogni Comune che andrà al voto. Non servono persone che trasmettano l’immagine di un comodo ghetto, ma che permettano al popolo di riconoscersi. Non abbiamo alcun divieto pregiudiziale verso gli esponenti della Lega, alcuni dei quali possono rappresentare un punto di incontro sulle candidature comunali. Dobbiamo però partire tutti dalla convinzione di dover trovare candidati condivisi.

Pensate di proporre una stessa lista nei diversi Comuni al voto? Ci sarà il richiamo “popolare” nel nome?
Non ho la fissazione che questo tipo di lista debba avere l’etichetta popolare, mi basta che ci siano le idee dei popolari. Siccome però c’è il tema della comunicazione da non sottovalutare, dobbiamo riflettere innanzitutto sul fatto che l’espressione “centrodestra” oggi è molto corrosa dalla vicenda del partito di Alfano che si accinge a entrare nel Pd nonostante si chiami Nuovo Centrodestra. Inoltre, anche l’accezione “popolare” non se la passa molto bene, è stata utilizzata in modo improprio con i gruppi parlamentari di Area Popolare divenuta poi una forza succube della sinistra. Credo che la riflessione di Orvieto ci possa aiutare anche a trovare il modo di proporci come novità.

Corrado Passera può essere il candidato premier del centrodestra?
Io penso che generali di buona esperienza e di grande capacità ce ne siano in buon numero, ma nessuno vince se manca il popolo. L’iniziativa di Orvieto mira a mettere insieme un popolo e ad avviare un cammino che lo possa mettere nelle condizioni di scendere in campo e combattere la giusta battaglia. Sono convinto che un generale per guidare questo popolo lo si troverà senza troppi problemi.

Diego Della Valle può fare parte di questo schieramento?
Vale lo stesso discorso fatto prima. Mi sembra del tutto fuori luogo perdere tempo a discutere sui nomi; le leadership sono anche frutto di un dono che non necessariamente può essere programmato a tavolino.

Ncd sostiene che Renzi stia realizzando, grazie al loro contributo, riforme di centrodestra. Come replica?
Questo è il governo di Renzi e con le idee di Renzi. Idee cattive perché sbagliate, e non perché di Renzi. Il premier ha un modo di concepire il rilancio dell’Italia che la espone ancora sul piano del debito e del deficit, tenta di scaricare ancora una volta sul domani i problemi di oggi. Una volta si usava l’artifizio di trasferire i problemi da una generazione all’altra, adesso Renzi rischia di trovarseli di fronte in modo violento ancora prima che finisca la legislatura.

Dopo quelli di Giovanardi e del gruppo di Quagliariello, prevede altre uscite da Ncd? Magari da parte del gruppo lombardo di Lupi e Formigoni contrari all’alleanza stabile col Pd…
Ne sono certo, è un fenomeno quotidiano. Non è però questo il momento per discutere sulle scelte delle singole persone. Per quel che riguarda il contesto lombardo, c’è un’evidenza: Ncd in Regione governa con la Lega e Forza Italia, quindi l’unica cosa che ha senso fare a Milano in vista delle comunali è un’alleanza con questi partiti di centrodestra e con un candidato credibile. A proposito di Passera, la sua credibilità come candidato sindaco in quel contesto non è stata smentita da qualcuno e ad oggi il centrodestra a Milano fatica a trovare un altro candidato altrettanto spendibile.

Il popolo dei cattolici sceso in piazza il 20 giugno a Roma chiede una rappresentanza politica più forte e incisiva. Sarete voi il loro interlocutore di riferimento?
La cosa più intelligente da fare è mettersi noi a seguire loro, e non il contrario. Lào dove c’è un popolo presente e vivo ha senso mettere le proprie capacità di mediazione al servizio di valori certi e di programmi credibili, come quelli espressi dalla piazza del 20 giugno. Mi sembrerebbe una fragilità politica non capire la portata di quel tipo di messaggi. Quando la gente scende in piazza per rappresentare ciò che sente importante per la propria vita, la politica ha il dovere non solo di piegarsi ma anche di usare tutta la sua forza per mettere al primo posto l’interesse di quelle persone.


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