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La festosa Via Crucis libresca di Nuzzi a Milano

“Chi ha voluto mettere a disposizione questo materiale lo ha fatto perché patisce la radicale ipocrisia di coloro che sanno tutto ma non vogliono ammettere ciò che sta accadendo in Vaticano, preferendo fare buon viso a cattivo gioco. Sono persone che sperimentano quotidianamente l’abissale differenza tra quanto viene promesso a Francesco e quanto viene poi attuato per insabbiare le sue riforme, minando così la credibilità del pastore argentino”. Inizia così “Via Crucis”, il volume, edito Chiarelettere, in cui Gianluigi Nuzzi racconta con documenti inediti e riservati come vengono utilizzare le risorse dello Stato vaticano.

IL PARTERRE

Sul palco di Palazzo Mezzanotte a Milano, dove proprio ieri sera è stato presentato il libro, oltre all’autore, erano presenti Claudio Brachino, direttore di Videonews, Vittorio Feltri, firma del Giornale, Peter Gomez, direttore del sito de Il Fatto Quotidiano (nella veste di moderatore) e Paolo Mieli, già direttore del Corriere della Sera. Ospiti d’eccezione Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente dello Ior, e Francesco Micheli, finanziere.

IL NO DI NUZZI

Gianluigi Nuzzi, convocato in Vaticano dal promotore di giustizia del Papa proprio oggi, per comparire come indagato nel procedimento che coinvolge monsignor Vallejo Balda e altri, varcherà il confine di Piazza San Pietro oppure no? “No, non mi presento. Ma continuerò a fare il giornalista perché la Costituzione italiana, all’articolo 21, tutela la libertà di pensiero e di espressione. In Vaticano invece chi divulga un documento o una notizia riservata commette un reato” ha spiegato Nuzzi. E quindi che cosa succederà? Gianluigi resta un uomo libero e dal Vaticano “si potrà decidere di fare una rogatoria che dovrà essere presentata all’autorità politica e giudiziaria dello Stato italiano e poi si faranno le determinazioni conseguenti”, ha spiegato lo stesso Nuzzi.

CHI C’ERA E COSA HA DETTO MIELI

La platea dell’antico palazzo meneghino, dove Visverbi ha organizzato la presentazione, è gremita. Ai curiosi e ai giornalisti si mescolano i personaggi pubblici, da Roberto Casaleggio a Simona Ventura. “Non una delle pagine dice il falso. Tutto ciò che è scritto è basato su documenti inediti”, ha detto Mieli: “Un giornalista che ha dei documenti e non li pubblica – ha detto l’ex direttore del Corriere della Sera – è un ricattatore, chi li pubblica invece fa solo il proprio mestiere. Credo che il Papa non abbia ben calcolato la portata del libro di Nuzzi e quello che sta accadendo intorno alla sua pubblicazione”.

BOTTA E RISPOSTA TRA FELTRI E GOTTI TEDESCHI

“La verità non è mai riservata, la verità è la verità”, ha detto Vittorio Feltri: “Dopo aver letto questo libro – ha proseguito il fondatore di Libero – ho iniziato a pensare che davvero Dio esiste perché se la Chiesa è rimasta in piedi per tutti questi anni nonostante l’operato di papi, cardinali, vescovi e preti allora vuol dire che davvero Qualcuno la protegge”. Lo ha ammonito Gotti Tedeschi: “E’ vero certamente. Qualcuno protegge la Chiesa, ma mi creda al suo interno ci sono una serie di santi che si spendono quotidianamente e silenziosamente per tenerla in piedi”. E aggiunge: “Sapete quando vengono resi noti dei documenti riservati come in questo caso? Quando c’è insoddisfazione e malcontento”.

BRACHINO E LA PASSIONE VATICANA DI NUZZI

A Feltri ha fatto eco Claudio Brachino: “Premesso che già riuscire a fare un libro scritto bene, basato su fonti certe e che si legge agilmente è un grande merito, vengo al dunque: pubblicare o non pubblicare il contenuto di certi documenti? Un giornalista quando ha un documento vero lo pubblica. Si chiama passione per la notizia” e per il proprio lavoro. A questo punto verrebbe da dire che Nuzzi si è un po’ “fissato” con le questioni vaticane. E’ infatti al terzo volume in cui narra di vicende di preti e cardinali, dopo “Vaticano s.p.a.” e “Sua Santità”. Che in un’altra vita abbia mai pensato al sacerdozio o che voglia, da laico, cambiare la Chiesa?”. “Non ho questa pretesa – ha risposto Nuzzi – Il Vaticano è talmente abituato alle notizie dei comunicati stampa che, nell’era di Internet, per loro fa scalpore uno dei più antichi vettori della comunicazione, cioè un libro.


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