“L’anti-Renzi sono io”. Così Paolo Del Debbio, giornalista e conduttore televisivo dei programmi “Quinta Colonna” e “Dalla vostra parte”, ipoteca la sua candidatura per Palazzo Chigi, scartando le ipotesi di chi lo voleva nuovo sindaco di Milano e assicurando ai suoi (popolosi e popolani) ascoltatori che sarà, per almeno altri 2 anni, dalla loro parte dal martedì al venerdì su Rete4.
“Sono l’unico che può mettere d’accordo l’intero centrodestra, che ha il sostegno del presidente Berlusconi e dell’amico Salvini, il mio talk è l’unico che funziona, sono conosciuto, popolare...”, ha dichiarato Del Debbio.
Ma che idee ha il giornalista e saggista? Ecco di seguito alcuni estratti del suo libro “Populista e me ne vanto!” (Il Giornale, 2015) dal quale si possono evincere le linee del suo (possibile) programma.
IMMIGRAZIONE
Questi sono i due problemi di fronte ai quali la gente si indigna: l’assenza dell’Europa e la distribuzione spesso irragionevole dei migranti sul territorio nazionale. (…) Si dovrà pur rispettare una certa proporzione tra il numero degli immigranti da accogliere e il numero dei cittadini che si trovano ad accogliere? O l’emergenza giustifica qualsiasi numero? (…) È populista sostenere che il tanto sbandierato dovere di solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo va a sbattere contro come vengono effettivamente accolti, cioè in modo che non è esagerato definire disumano? (…) È populista sostenere che bisognerebbe moltiplicare le commissioni che si occupano di decidere chi è rifugiato veramente e chi no senza aspettare almeno un anno per capirlo?
TASSE
Una famiglia e un single, a parità di reddito, hanno una capacità contributiva uguale? Ai figli chi darà da mangiare, un intervento divino? (…) L’accertamento del reddito vero, reale, di quel momento non può essere sostituito dal reddito presunto che hanno in testa i burocrati dello Stato. (…) Equitalia dipende dallo Stato. Ma, alla fine, le condizioni attuali del contribuente contano e non contano per decidere quante tasse deve pagare? È populista affermare tutto questo? (…) Dopo poco più di 25 anni le cose sono rimaste le stesse. Se oggi gli italiani si ritrovano, più o meno, con lo stesso numero di tasse da pagare la fisionomia del nostro sistema tributario è comunque cambiata aumentando la pressione fiscale di 9 punti.
GIUSTIZIA
C’è un’Italia che vuole che il benzinaio eroe venga premiato per il suo coraggio civile (…) e c’è un’Italia che invece teme il pistolero che si fa giustizia. (…) Spesso questa è un’Italia da intellighenzia, da salotto buono, che non vive i problemi sulla sua pelle. È un’Italia un po’ palazzista, per cui c’era sempre un modo di comportarsi, anche nel pericolo più estremo e immediato, “a norma di legge”.
POVERTÀ
20 italiani su 100 sono poveri. (…) In Italia forse non c’è il welfare? Non ci sono strumenti per attuare delle politiche sociali? No, è vero il contrario: ce ne sono troppi, male organizzati, tra loro inefficienti. (…) È evidente che gli strumenti non mancano ma è altrettanto evidente che c’è qualche milione di questi italiani che non è coperto da (…) servizi. È giunta l’ora di inventare uno strumento agile, universale, veloce, che consenta allo Stato di intervenire in queste situazioni che non prevedono nessun tipo di aiuto. Si chiami “reddito minimo”, si chiami “assegno di disoccupazione”, si chiami come volete ma va trovato.
COSA PENSA DEGLI AVVERSARI
Il capolavoro di Renzi è stato quello di passare come un uomo del popolo in lotta con una classe politica inadeguata, a partire dalla sua. (…) Tutto detto da uno che ha cominciato a fare politica che ancora portava i pantaloni corti. Un vero capolavoro.
Il comico genovese si presenta contro tutto e contro tutti, politicamente parlando. Grillo di propone come “difensore civico”, protettore del popolo contro i suoi nemici. O uno è del popolo o è un suo nemico. Niente mediazioni, contatto diretto e continuo col popolo, nelle piazze de sul web.
CHE DICE DELLA LEGA
La Lega non è soltanto popolare, ma anche e soprattutto popolana; nasce dal popolo e ne vuole interpretare le domande adottandone lo stile, anche a costo di risultare sgradita ai ceti colti e attirarne al derisione. (…) Se al posto del federalismo si mettono la lotta all’immigrazione (clandestina), la lotta contro un’Europa che si impone sulla volontà dei popoli e contro il lor diritto all’autodeterminazione (tema delle origini) contro l’euro, ed infine, la denuncia della minaccia rappresentata dall’Islam e dalla sa penetrazione nella cultura occidentale, ebbene il verbo populista della Lega non cambia.
COSA PENSA DI BERLUSCONI
Per Berlusconi la chiave è la sua storia personale: quello che ho fatto nella vita per le mie aziende lo posso fare per voi cittadini, per voi italiani. Io vi conosco perché conosco la vita (…) fuori dalla porta del Palazzo c’è un mondo sconosciuto, ci siete voi italiani. (…) Berlusconi stava in politica senza essere un politico, nel Palazzo senza essere nato nel Palazzo, al governo ma sempre dalla parte del popolo e in rappresentanza degli interessi che i politici di professione (…) non avevano mai tutelato, conosciuto e rispettato.