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Pell, Ior e Apsa. Ecco fatti e stilettate

Il Papa “non appare neanche minimamente pentito di aver nominato la commissione di studio sui beni vaticani né di aver istituito la Segreteria dell’Economia affidata al cardinale George Pell”, scrive oggi La Stampa commentando l’amarezza provata in questi giorni da Francesco davanti al “tradimento e infedeltà” da parte di due persone che avevano avuto la sua piena fiducia (il monsignore spagnolo Lucio Vallejo Balda e la giovane pr Francesca Immacolata Chaouqui). A ogni modo, dopo aver letto le notizie sulle metrature degli appartamenti dei cardinali curiali, il Pontefice avrebbe deciso di rivedere il sistema di assegnazione degli immobili. Anche perché, come ha detto in una intervista al giornale olandese Straatnieuws, “se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone, questo non si può fare”.

LE PRECISAZIONI DI GEORGE PELL

Ieri mattina aveva fatto “notizia” l’udienza privata concessa dal Papa al cardinale Pell, anche perché l’incontro non era previsto in tabella e soprattutto perché avvenuto il giorno dopo le paginate di giornale dedicate proprio alle presunte “spese pazze” del porporato australiano: dal sottolavello costato 4.600 euro ai “viaggi in business class”. Nella serata di ieri, un portavoce del Prefetto della Segreteria dell’Economia ha diffuso un’articolata Nota che fa il punto sulle spese sostenute da Pell e dall’organismo da lui diretto. Il tentativo è quello di smontare le tesi di Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi che hanno fatto tanto parlare in questi giorni. Innanzitutto – si legge nel comunicato stampa – “i libri recentemente pubblicati sembrano aver incluso affermazioni false e fuorvianti circa la gestione delle spese del Cardinal Pell e delle spese sostenute dalla Segreteria per tutto il 2014. Tali questioni sono tate affrontate in una dichiarazione rilasciata all’inizio di quest’anno che non sembra essere stata citata dagli autori”. E siccome non lo è, ecco che il comunicato stampa la allega:

I COSTI IN BUSINESS CLASS: MENO DI 4MILA EURO PER TUTTO IL PERSONALE

“Nel periodo compreso tra marzo 2014 e dicembre 2014 sono stati sostenuti costi operativi, inclusi i costi iniziali per mobili e computer per far partire il nuovo dicastero, nonché gli stipendi”. Stipendi e oneri relativi che sono stati contabilizzati “per 292.000 euro”. Quanto ai viaggi in business class, si spiega che “i costi netti di trasporto aereo da parte del personale della Segreteria, in questi 9 mesi, ammontano a meno di 4.000 euro, e sono considerevolmente inferiori a simili costi sostenuti da molti altri enti”. I quali però non vengono specificati, e sarebbe interessante capire a chi ci si riferisca. Ulteriori 16.000 euro sono stati spesi “in viaggi e alloggi per consulenti che lavoravano su un progetto per il C9”, cioè la consulta cardinalizia che consiglia il Papa nel governo della chiesa universale e che sta studiando la riforma della curia romana.

I DUBBI SUI PARAMENTI E LE TOVAGLIE

Relativamente alle spese in paramenti, il portavoce della Segreteria per l’Economia, la Nota precisa che “2.500 euro sono stati spesi per l’acquisizione di paramenti e tovaglie d’altare per per la cappella nell’ufficio della Segreteria per consentire al personale di pregare insieme e per la celebrazione della Santa Messa”. Giustificazione, questa, che secondo quanto scrive Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera, ha causato borbottii: “In magazzino non c’erano più tovaglie d’altare?”.

FARI PUNTATI SULL’APSA

Ma è alla fine del comunicato stampa che si trovano le frasi più rilevanti: “In linea con la prassi, al momento, la Segreteria non è stata consultata prima dell’aggiudicazione degli appalti Apsa. Alla Segreteria – si legge ancora – non è stato chiesto di fornire specifica approvazione ogni voce di costo prima di prendere un impegno – queste pratiche adesso sono cambiate. Le spese della Segreteria ora richiedono l’approvazione esplicita da parte del dirigente prima che i costi possano essere sostenuti”.

PARLA MONS. SCARANO

E’ sull’Apsa, ancora una volta, che si concentra l’attenzione degli investigatori. Prova ne è quanto dice a Repubblica mons. Nunzio Scarano, il contabile (per 22 anni) dell’organismo, arrestato nell’estate del 2013. “L’Apsa faceva quello che non doveva, perché è diventata una seconda banca del Vaticano concorrente dello Ior”, ha detto Scarano, che ha tirato in ballo Giampietro Nattino: “Faceva parte del pacchetto di clienti dell’Apsa, con privilegi particolari perché essendo un uomo ricco e potente aveva tutto quello che voleva. ma gli affari non erano chiari”. Scarano parla dei vantaggi che offre un conto Apsa: “E’ esente da tassazione e agisce in un altro Stato, per cui può entrare e uscire denaro dal Vaticano a nome dell’Apsa”, e c’erano “servigi e cortesie che non erano confacenti all’ufficio, a livello di operazioni finanziarie”.


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