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Renzi, Bassolino e i trucchetti del Pd

Giovedì 19 novembre La Stampa ha pubblicato un’intervista al deputato “renziano della prima ora”, Matteo Richetti, raccolta da Francesca Schianchi. “Renziano della prima ora”, il Richetti, dato che ci sono quelli della seconda, della terza, della quarta e dell’ultima ora. Richetti nell’intervista ha detto che “la rottamazione è fallita e il PD è senza identità”. Ma, se la rottamazione è fallita, sono falliti i rottamatori! Poi chiarisce: “Dalla Calabria alla Puglia, alla Toscana, i candidati del PD non hanno risentito dell’innovazione”. Per non parlare della vittoria di De Luca in Campania che, dice sempre Richetti, rischia di essere perdente in altre 19 Regioni.

Ha dimenticato Roma, dove sempre con le primarie aveva vinto un “rottamatore” (o un “rottamato”? o rappresentava entrambe le cose?). Insomma, siamo di fonte a un disastro, però Renzi è un grande, i vicesegretari Guerini e Serracchiani “stanno facendo un lavoro straordinario, ma aspettano sempre Renzi-oracolo che si esprima”.

A questo punto mi chiedo e chiedo: in tutte le Regioni in cui si dice che la rottamazione è fallita non si sono fatte le primarie? E le hanno vinte persone che hanno poi vinto anche le elezioni. Come mai queste persone non interpretano “il vero PD”?

Ora, la questione si ripropone a Napoli con Bassolino che ritiene di essere utile alla città che attraversa una dura crisi sociale e politica, e quindi vuole candidarsi come sindaco. In sostanza, il rottamato Bassolino dice: nel PD non avete nulla, io mi sacrifico per la città. Il PD romano risponde: no, tu no. Bassolino replica che lui vuole partecipare alle primarie, ma il PD fa sapere che chi è stato sindaco non può parteciparvi. Ma le leggi dello Stato dicono che non si può essere eletto sindaco solo al terzo mandato consecutivo.

La legge è legge. I trucchi per evitare il confronto nelle primarie possono diventare un boomerang se Bassolino fa una sua lista, come a Roma minaccia l’ex sindaco Marino. Insomma, le primarie si fanno o non si fanno. Io penso che sono state un espediente per evitare una lotta politica aperta attorno a scelte programmatiche e di persone che interpretavano linee politiche diverse anche se riconducibili al PD. Ed è questa la causa della crisi di “vocazioni” e di quadri capaci di partecipare attivamente anche alla vita amministrativa.

Ma con le primarie è stata messa in moto una macchina che ora appare impossibile fermare. Dove andrà a parare è difficile dirlo.

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