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Perché i Repubblicani sbuffano contro la stampa

Repubblicani contro la Cnbc. Anzi, repubblicani contro i giornalisti, che – fatto salvo qualche ultra conservatore – prendono compatti le difese dei colleghi della rete televisiva che, mercoledì, gestiva il terzo dibattito in diretta fra gli aspiranti alla nomination repubblicana. Ha cominciato, già durante il dibattito, Donald Trump e hanno proseguito Ben Carson, Ted Cruz, Marco Rubio. A show finito, ha rilanciato Jeb Bush. E, alla fine, l’intero apparato repubblicano ha messo all’indice la Cnbc: “Dovrebbero vergognarsi per come hanno condotto il dibattito”, ha commentato il capo del partito Reince Priebus.

I moderatori della Cnbc, durante il dibattito, avrebbero poste domande non pertinenti o tendenziose. “Se non siete in grado di rispondere a qualsiasi domanda – è la legittima risposta della stampa Usa -, come pensate di potere fare il presidente degli Stati Uniti?”.

L’unico repubblicano a tenersi fuori dal coro delle lamentazioni è stato il governatore dell’Ohio, John Kasich, forse perché i giornalisti gli hanno accreditato, inopinatamente, una buona prestazione mercoledì. Intervistato dalla Cnn, Kasick ha di nuovo criticato oggi toni e contenuti delle campagne dei suoi rivali: di alcuni, come Trump e Crason, ha bollato i piani economici come “irreali”, denunciandone la mancanza di competenza.

Per altri, mercoledì ha vinto Rubio, il senatore della Florida, che starebbe per diventare il candidato dell’establishment, scavalcando Bush, o s’è imposto Chris Christie, governatore del New Jersey. Ma, in realtà, l’unica ad avere davvero vinto è Hillary Clinton, che, a televisore spento, ha scritto via twitter: “Non possiamo permetterci uno di questi repubblicani alla Casa Bianca”. Per Rubio, lei è “una bugiarda protetta dai media”; mentre Carly Fiorina, l’unica donna del lotto repubblicano, si presenta come “il peggior incubo” della ex fist lady.

Jeb, di cui i giornalisti, invece, segnalano l’ennesimo flop, dice, parlando nel New Hampshire, “Conta la leadership, non la performance”. Ma lui, finora, non ha sciorinato né l’una né l’altra.



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