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Così il centrodestra salviniano si prepara alla piazza di Bologna

Di una cosa a Silvio Berlusconi va dato atto: con il tira e molla sulla sua presenza o meno alla manifestazione di Bologna della Lega Nord, è riuscito a prendersi la scena. I media hanno spostato i riflettori su di lui, distogliendoli per qualche istante da Matteo Salvini. I tentennamenti e le divisioni dentro Forza Italia non hanno fatto altro che accrescere l’attesa per quello che si prospetta come un evento a suo modo storico. Sia perché per la prima volta il centrodestra azzarda un evento in grande stile nel cuore della “rossa” Bologna, sia perché potrebbe essere l’incoronazione del Matteo padano e il via alla campagna elettorale delle amministrative con la rotta ben marcata a destra (imperniata sul tridente Lega-Fi-Fdi), e sia perché – nel peggiore dei casi per gli organizzatori – potrebbe rivelarsi un tale flop da dover rivedere tutta la strategia. Insomma, da domenica sera qualcosa nel centrodestra italiano sarà cambiato (non sempre in meglio, anzi, secondo il politologo Giovanni Orsina intervistato da Formiche.net).

COME SI PREPARA BOLOGNA

Gli organizzatori si attendono 150mila persone. Se anche fossero la metà, il colpo d’occhio all’ombra della basilica di San Petronio sarà comunque notevole. La città nel frattempo si blinda: monumenti messi in sicurezza, musei chiusi, strade interdette, forze dell’ordine pronte a schierarsi per tenere alla larga i collettivi antagonisti. Si prepara anche il centrodestra bolognese che prova a ritrovare un po’ di unità. Il capogruppo Fi in Regione, Galeazzo Bignami, pare pronto a sacrificare la sua candidatura a sindaco alle amministrative 2016 in forza di un accordo con la Lega, dato che Salvini intende lanciare dal palco la corsa della consigliera comunale Lucia Borgonzoni. Nel frattempo, un gruppo di esponenti forzisti (Daniele Carella, Michele Facci e Lorenzo Tomassini) si è già inventato una lista (Uniti si vince) per fare da ponte tra azzurri e padani. Non sarà alla manifestazione, ma pure la portavoce nazionale dell’Ncd, Valentina Castaldini (consigliera comunale a Bologna e oppositrice del sindaco pd Virginio Merola) non scarta l’ipotesi di un’alleanza comunale di centrodestra in chiave anti-Pd.

L’ASSE CON IL QUOTIDIANO BOLOGNESE

A sancire la rilevanza dell’evento, ci pensa anche lo storico giornale bolognese, il Resto del Carlino. Insieme con le altre due testate del gruppo Quotidiano Nazionale (il Giorno di Milano e la Nazione di Firenze), nella giornata di domenica dedicherà un inserto speciale di 8 pagine a Salvini e alla manifestazione “Liberiamoci e Ripartiamo”. Sui social-network i profili leghisti hanno già lanciato l’operazione “svuota-edicole” invitando i sostenitori ad acquistare il quotidiano e immortalarsi in un selfie, da spedire agli organizzatori.

MARONI INCENSA SALVINI E BERLUSCONI

Dalle colonne del Foglio – il cui ex direttore Giuliano Ferrara su la Stampa stronca la partecipazione berlusconiana all’evento – è Roberto Maroni a tessere le lodi di Berlusconi e tirare la volata a Salvini, invocando “primarie fatte bene, con i controlli” per la scelta del candidato premier del centrodestra. “Salvini può fare il leader del centrodestra – dice il governatore lombardo in una conversazione con Mario Sechi -. E’ libero da tutti gli schemi dei vent’anni precedenti, nel senso che raccoglie un’eredità prestigiosa, la Lega e il centrodestra, ma può dire ‘io non c’ero’ e dunque adesso inventiamo qualcosa di nuovo”. L’ex Cav invece “ha interpretato una pagina straordinariamente importante e ricca della politica italiana, è stato l’unico vero leader di politico, di partito, che ha saputo fare anche l’uomo i governo, l’unico”.

PER IL CORRIERONE L’ASSE FI-LEGA E’ INEVITABILE

Parla invece di “alleato inevitabile” Aldo Cazzullo, che nel suo editoriale sul Corriere della Sera descrive un Berlusconi pressoché costretto a salire sul palco di Salvini e stare in coalizione con lui, nonostante gli sia più affine un personaggio come Matteo Renzi. “Berlusconi rischia di sottomettersi a Salvini? – si chiede Cazzullo – Ma il consenso ormai è lì, lì ormai sono i suoi elettori, non al centro, presidiato da Renzi”. “E se vuole preservare un ruolo di raccordo, Berlusconi deve stare dove c’è il consenso, tentando di orientarlo in una prospettiva ragionevole di opposizione e di alternanza, anziché verso una deriva antisistema”.

IL GIORNALE E LIBERO SUONANO LA CARICA

I quotidiani di area centrodestra sono uniti nel suonare la carica a favore della manifestazione. Il Giornale ci va un po’ più cauto, descrivendo un Berlusconi che prepara il suo “breve intervento” di “saluto alla manifestazione degli amici leghisti” su temi perlopiù economici con qualche passaggio alla politica internazionale. Senza però mobilitare il partito. Libero è più netto: “Tutti contro il Cav che va a Bologna: la prova che fa bene” è l’emblematico titolo che prelude all’articolo in cui si parla di “ottima notizia” riguardo alla presenza sul palco leghista dell’ex premier, perché “la migliore risposta che può dare a chi lo vede morto è dimostrare di essere vivo fregandosene dei consigli pelosi”.

RESTANO LE DIVISIONI IN FI

I problemi in Fi non sono però risolti, come si evince da questo articolo di ieri di Paola Sacchi per Formiche.net. Il fronte contrario alla piazza di Salvini non vuole cedere il passato; e si parla di esponenti di primo piano che vanno dal capogruppo al Senato Paolo Romani al vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani fino alla coordinatrice lombarda Mariastella Gelmini. L’eurodeputata Lara Comi in un’intervista a Repubblica è tranchant nel dichiarare la sua contrarietà all’evento: “Nel Ppe pensano molto male di Salvini. Viene visto come un signor no, che parla alla pancia della gente senza proporre soluzione ai problemi. europei. Andare a Bologna rischierebbe di incrinare questi rapporti. E ora che andiamo in piazza con gli antieuropeisti cosa penseranno a Bruxelles? Che vogliamo uscire dal Ppe e allearci con la Le Pen?”.

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