D’accordo commentare i modi della partecipazione di Silvio Berlusconi alla kermesse leghista a Bologna lo scorso fine settimana.
Benissimo contare quanti fischi e mugugni ha collezionato il fondatore di Forza Italia dai militanti del Carroccio.
Giusto analizzare come e quanto temi e toni moderati e popolari erano presenti alla manifestazione voluta, fortissimamente voluta, dal leader della Lega, Matteo Salvini.
Ma nei commenti, nelle analisi o nei semplici resoconti c’è un aspetto di cultura politica che non ha per nulla caratterizzato il dibattito di questi giorni.
Certo, le culture e le “famiglie” politiche, per alcuni osservatori, sono vetuste abitudini che la moderna democrazia di massa ha intaccato per lasciare spazio a emozioni, slogan e tweet.
Eppure le proposte politiche o promanano da ispirazioni ideali oppure sono solo dettate da sondaggi che consigliano i leader di esaudire le attese del popolo, più che individuare e perseguire linee di marcia a medio-lungo termine che devono avere, come obiettivo, il bene comune e nazionale più che quello personale e di partito.
Così lascia non poco stupefatti che uno dei leader del Partito popolare europeo come Berlusconi – che dell’appartenenza alla famiglia popolare fa quasi sempre vanto, come è successo nell’ultimo appuntamento del Ppe con Angela Merkel – non faccia una grinza se si allea in una posizione ideale e programmatica, peraltro subalterna, con la Lega di Salvini e i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, che hanno come punto di riferimento il Front National di Marine Le Pen.
Sarebbe bello conoscere l’opinione di esponenti di rilievo di Forza Italia, su questa attuale consonanza da parte di Forza Italia più con Le Pen che con Merkel.
Da domani proveremo ad approfondire questo argomento con analisi e interviste.