Una spirale da cui è sempre più difficile uscire. La vicenda del salvataggio delle quattro banche (Etruria, Carichieti, Carife e Banca Marche) si sta avvitando su se stessa, in una girandola di accuse e scaricabarile, che approdano anche nelle aule di palazzo. I risparmiatori contro il governo e la Banca d’Italia, che a sua volta accusa l’Unione europea di aver stoppato all’ultimo miglio l’intervento del Fitd che, come sembra sempre più evidente, avrebbe perlomeno evitato di polverizzare le azioni e i bond subordinati di 130.000 piccoli investitori.
PERCHE’ IL GOVERNO DEVE RITIRARE (SUBITO) IL DECRETO
Ma cosa pensano e come intendono agire i piccoli azionisti delle banche in questione? Ecco le risposte di Vincenzo Lacroce, storico funzionario della Banca d’Italia e oggi alla guida dell’associazione Amici di Banca Etruria, che raccoglie il grosso degli investitori e risparmiatori aretini: “C’è una pressione incredibile sul governo affinché ritiri immediatamente il decreto. Deve farlo ora e subito, altrimenti siamo alla catastrofe“, dice a Formiche.net Lacroce. Che si pone una domanda che in verità si sono posti milioni di cittadini. “Io mi chiedo, ma perché non hanno fatto intervenire il Fitd, che era già pronto a ottobre con 2 miliardi di euro? Bastava questo intervento a tenere in vita le banche. E se proprio volevano far intervenire l’altro Fondo, quello di risoluzione, non potevano prima convertire le nostre azioni in azioni di risparmio, per lasciarci qualcosa? Questo è un decreto sbagliato, sbagliatissimo, che deve essere ritirato”.
IL RUOLO DI VIGILANZA E CONSOB
Ma cosa faceva la vigilanza bancaria italiana (ed europea) e l’autorità di controllo sulla Borsa mentre in questi anni le quattro banche marcivano? “Io ho lavorato trent’anni in Banca d’Italia, ho rispetto delle istituzioni – risponde il presidente dell’associazione Amici di Banca Etruria – Però voglio dire una cosa. Se ci sono responsabilità da parte delle autorità, inclusa la Consob, vanno accertate assolutamente. Nel corso degli anni, a partire dal 2010, Etruria ha subito numerose ispezioni. Perché non è stato trovato nulla fin da subito? E perché il commissariamento è arrivato solo a febbraio 2015?”, si chiede il rappresentante degli azionisti. “La verità è che l’Etruria andava commissariata nel 2013, dopo l’ispezione di settembre, non 2 anni dopo. Una riforma della vigilanza sarebbe quantomeno da valutare”.
TRA BOICOTTAGGI E INVITI (AL PD) A NON VOTARE LA MANOVRA
I piccoli azionisti si sono mossi poi anche per vie legali. “Insieme alle associazioni dei consumatori abbiamo presentato una denuncia alla Procura, per far valere i nostri diritti e mettere alle strette i responsabili”, spiega Lacroce. Non solo. “Se il decreto non verrà ritirato, chiederemo ufficialmente al Pd di non votare la fiducia alla manovra in discussione alla Camera. Non si può votare una legge di Stabilità che contiene un simile scempio verso i risparmiatori”. Il governo ha infatti trasformato il decreto salva-banche in un emendamento alla manovra. Ma per una denuncia che parte, c’è un boicottaggio che scatta. E quello del neo costituito comitato “vittime del salva banche“, che questa mattina hanno inviato una nota al premier Matteo Renzi per chiedere la correzione del decreto e annunciando al contempo il boicottaggio delle quattro banche, ovvero il ritiro dei risparmi dai conti correnti.
LA PAROLA PASSA A PADOAN
Adesso la palla passa nelle mani del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che tra domani e sabato dovrebbe spiegare in commissione Bilancio alla Camera tempi e modalità dell’intervento del governo, sia per quanto riguarda il decreto salva-banche, sia in merito al fondo-risparmiatori da 100 milioni che dovrà ristorare (in parte) azionisti e obbligazionisti subordinati. A chi andranno i soldi? E quanto? Domande cui Padoan dovrà rispondere.