Alta tensione tra Bankitalia e Consob? Sembra proprio di sì, a giudicare dalla sfilza di reciproche stilettate rifilate sottobanco (ma non troppo) dalle due autorità. Ma le critiche, dirette e indirette, giungono anche dal governo all’indirizzo sia della Banca d’Italia sia della Consob. Da un lato con la richiesta renziana di una commissione parlamentare di inchiesta per verificare anche l’operato della Vigilanza dell’Istituto centrale governato da Ignazio Visco. Dall’altro con le esclusione della Commissione presieduta da Giuseppe Vegas da parte del governo Renzi negli arbitrati per il ristoro parziale dei titolari delle obbligazioni subordinate delle 4 banche in questione. Ecco fatti, dichiarazioni e dettagli.
L’ACCUSA (POCO) VELATA DI ROSSI
A voler leggere tra le righe dell‘intervista rilasciata pochi giorni fa al Corriere della Sera dal direttore di Bankitalia, Salvatore Rossi, sembrerebbe che tra Bankitalia e Consob non corra buon sangue. Perché Rossi, senza pensarci troppo, alla domanda sul perchè la Banca d’Italia non abbia impedito la vendita di obbligazioni subordinate, considerate ad alto rischio per chi le sottoscrive, ha rimarcato come Bankitalia “non possa vietare di vendere questo o quel prodotto. Non abbiamo poteri così ampi. E ricordo che a vigilare sulla sollecitazione al risparmio è preposta un’altra autorità”. Vale a dire, non spettava a noi impedire la vendita di tali prodotti. Ma le stilettate di Via Nazionale alla commissione di Borsa, avevano fatto capolino anche settimane prima che scoppiasse la bomba.
CHI (E COME) DOVEVA VIGILARE?
E’ una domanda che in Bankitalia si sarebbero posti da tempo, stando almeno a un’intervento del vicedirettore generale di cia Nazionale, Fabio Panetta, scorso 20 ottobre, presso la commissione Finanze della Camera. L’occasione per lanciare un preciso monito affinchè le autorità preposte vigilassero sulla vendita di prodotti finanziari ai risparmiatori era un seminario alla Camera sulla direttiva 59/2014 che stabilisce le nuove regole sulle crisi bancarie, ovvero la Brrd. “Il nuovo regime regolamentare richiede sia alle banche, sia alle autorità il massimo impegno al fine di rafforzare la tutela dei risparmiatori: gli intermediari dovranno rispettare scrupolosamente, caso per caso, gli obblighi di trasparenza e correttezza stabiliti per l’emissione, il collocamento e la negoziazione degli strumenti più rischiosi presso la clientela al dettaglio”. Ma soprattutto “le autorità dovranno verificare il rispetto delle regole, intervenendo con decisione per correggere eventuali violazioni. Al tempo stesso, esse dovranno rafforzare l’impegno per innalzare la comprensione, la consapevolezza dei rischi da parte dei risparmiatori”.
QUELLO CHE SI (POTEVA) FARE
Ma c’è un’altro documento, pescato nei meandri del sito Bankitalia, che in un certo senso getta qualche ombra sull’effettiva attività di vigilanza che, forse, non è stata svolta proprio al meglio. Il sapore potrebbe essere quello dell’autogol. Chissà. Lo afferma lo stesso Panetta in un intervento al Senato lo scorso 29 ottobre, sempre sul tema della Brrd. Ebbene, stando alle considerazioni di Panetta, ai primi segnali di cedimento patrimoniale sarebbe dovuta subito scattare la macchina della sicurezza bancaria. “Ai primi segnali di deterioramento delle condizioni finanziarie o patrimoniali, l’autorità di vigilanza (la Banca d’Italia o la Bce) avrà a disposizione un insieme ampio di misure di intervento precoce dirette a evitare l’aggravarsi delle difficoltà. Nei casi gravi potranno essere nominati uno o più commissari, che affiancheranno o sostituiranno gli organi di amministrazione”, ha spiegato Panetta. Tutto corretto, forse però il tempismo degli interventi era da rivedere, visto che i commissariamenti sono arrivati a bilanci già disastrati. Quanto alla vendita di prodotti ad alto rischio, il 29 ottobre la Banca d’Italia ha ripetuto lo stesso leit motiv, ovvero che “il nuovo regime regolamentare richiede sia alle banche sia alle autorità il massimo impegno al fine di rafforzare la tutela dei risparmiatori. Gli intermediari dovranno rispettare scrupolosamente, caso per caso, gli obblighi di trasparenza e correttezza stabiliti per l’emissione, il collocamento, la negoziazione degli strumenti più rischiosi presso la clientela al dettaglio”.
LA POSIZIONE DELLA CONSOB
Da parte sua però la commissione presieduta da Giuseppe Vegas, aveva già espresso in un documento datato dicembre 2014 una sua posizione precisa in merito alla vendita dei prodotti agli investitori, obbligazioni subordinate comprese. “Gli intermediari hanno il dovere di condurre autonome valutazioni per la delimitazione del perimetro dell’offerta di prodotti finanziari, in coerenza con le connotazioni del proprio target di clientela, anche individuando ex-ante i prodotti che, per caratteristiche intrinseche, non si prestano alla realizzazione delle esigenze di investimento dei propri clienti”, recita il documento Consob. “E tra queste indicava le obbligazioni subordinate. Dal 2018 la direttiva europea Mifid 2 darà il potere il potere alla Consob di vietare i prodotti che non ritiene idonei alla vendita”, ha chiosato sabato scorso sul Fatto Quotidiano Stefano Feltri, vicedirettore del quotidiano diretto da Marco Travaglio.
NESSUNO DEVE SAPERE (TRANNE BANKITALIA)?
Un ultimo aspetto mette infine in luce lo scarso feeling tra la vigilanza di Via Nazionale e quella della Consob. La prova è ancora una volta in un intervento parlamentare, più precisamente l’audizione in Senato del presidente Consob Giuseppe Vegas del 22 ottobre, proprio pochi giorni prima che Panetta tornasse in Parlamento. Vegas ha in particolare attaccato alcuni aspetti di trasparenza legati alla Brrd ma decisamente forzati dal governo nel decreto che l’ha recepita e che sembrerebbero prevedere una sorta di primato della Banca d’Italia sulla Consob. “La norma più critica riguarda l’obbligo di differire la diffusione al pubblico della notizia relativa alla procedura di risoluzione sino al momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sul sito web della Banca d’Italia e su quello dell’ente sottoposto a risoluzione, anche ove la sussistenza dei presupposti per l’avvio della procedura sia già nota all’emittente e ai componenti dei suoi organi di amministrazione”. Per Vegas “la norma in questione rifletterebbe dunque una scelta autonoma del legislatore nazionale, che, tuttavia, si pone in contrasto con la direttiva comunitaria sugli abusi di mercato. Quest’ultima, infatti, impone la diffusione al pubblico, senza indugio, di qualsiasi informazione price sensitive, al fine di garantire un corretto processo di formazione dei prezzi e di assicurare che le decisioni degli investitori e dei depositanti siano sempre correttamente orientate”.
ROSSI CI RIPENSA E PADOAN ALZA IL MURO
Proprio ieri però, lo stesso Rossi ha parzialmente corretto il tiro, difendendo l’operato della Consob in un’intervista su Rai 3. In Banca d’Italia “siamo angosciati per quello che è successo con le 4 banche salvate ma sono personalmente convinto che abbiamo fatto tutto ciò che potevano, al meglio della nostre possibilità, e sono altrettanto convinto che la Consob abbia fatto altrettanto”. Anche il governo ha alzato un muro a difesa di Bankitalia e Consob. Intervenendo alla Leopolda di Firenze, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha chiarito che “la fiducia nei confronti vertici di Bankitalia e Consob è assolutamente confermata”. Casomai “dovremo valutare le responsabilità degli operatori bancari, che saranno valutate caso per caso e serviranno anche per valutare i risarcimenti”.
VEGAS FURIOSO CON GOVERNO
Ma la quiete dopo la tempesta sembra però ancora lontana. Questa mattina infatti, dalle colonne del Corriere della Sera, Vegas ha attaccato il governo sul comportamento del governo durante il caso-bond subordinati. “Pensare di risolvere tutto con processi di piazza su questioni peraltro complesse e tecniche è un errore. Anzi, mi sarei aspettato che il governo ci consultasse. Serve un’analisi in sede tecnica”. Secondo Vegas “normalmente in casi del genere ci si aspetta che le autorità di vigilanza e gli organismi tecnici vengano chiamati ad affrontare queste situazioni in maniera coordinata. Finora però la valutazione non c’è stata”, ha proseguito Vegas sottolineando come “in occasione del recepimento delle nuove procedure europee di salvataggio delle banche, la Brrd, nel provvedimento di recepimento è stato eliminato il potere di Consob di fare domande sui vari salvataggi, privando il mercato delle informazioni necessarie. E senza trasparenza non c’è stabilità”.