Tra maggio e dicembre del 2014 solo un quinto delle famiglie italiane ha beneficiato davvero del bonus di 80 euro voluto dal governo Renzi. E’ quanto si legge in un report dell’ufficio studi della Banca d’Italia sul bilancio delle famiglie italiane nel 2014.
IL BONUS
Il bonus, previsto dal decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014, ha interessato i lavoratori dipendenti con un reddito annuo complessivo compreso tra circa 8.100 e 26.000 euro e, per via del disegno dell’intervento (collegato alla percezione individuale di un reddito da lavoro dipendente) “le famiglie con più di una fonte di reddito hanno ricevuto il bonus in misura maggiore delle altre”, si legge nel documento della Banca d’Italia.
L’INDAGINE DI VIA NAZIONALE
I risultati sono il frutto di un’indagine campionaria sui bilanci delle famiglie italiane (IBF) per l’anno 2014. “È stato utilizzato – si legge nell’ultimo Supplemento statistico – lo stesso schema di campionamento delle indagini precedenti, con una numerosità campionaria di 8.156 famiglie intervistate. Le famiglie sono state estratte dalle liste anagrafiche di 371 comuni; sono composte di 19.366 individui, di cui 13.533 percettori di reddito”.
COME FUNZIONA IL BONUS RENZI
Il bonus 80 euro spetta ai dipendenti con uno stipendio annuo compreso fra 8mila145 e 26mila euro. All’interno di questo range di reddito, le famiglie sono divise in cinque fasce (quintili): alle fasce più basse corrisponde un reddito più basso. Dal bonus Renzi sono esclusi i pensionati di qualsiasi classe di reddito, i titolari di partita Iva, e i redditi inferiori agli 8 mila e superiori ai 24 mila. Come ha notato il blogger di Formiche.net Maurizio Sgroi “per come è stato costruito il meccanismo normativo, è evidente che i redditi bassi, ossia quelli del primo quintile, fossero naturalmente svantaggiati”.
I RISULTATI DI BANKITALIA
“Suddividendo la popolazione in base al livello del reddito equivalente – si legge nel rapporto di Bankitalia – circa il 13 per cento delle famiglie nel quinto più basso (con un reddito equivalente non superiore a circa 9.000 euro) ha beneficiato del bonus, percependo poco meno del 10 per cento dell’importo totale corrisposto; nel quinto più alto (con un reddito equivalente superiore a circa 25.000 euro, complessivamente pari a circa il 40 per cento del totale) ne ha beneficiato circa il 17 per cento delle famiglie ricevendo il 17 per cento del totale; i restanti tre quarti circa delle somme sono affluiti in misura pressoché uguale ai tre quinti centrali. L’incidenza del bonus sul reddito familiare è pari al 3,4 per cento per le famiglie meno agiate e scende fino a circa l’1 per cento per quelle nel quinto più benestante”.