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Edison, Sorgenia ed Engie lanciano un Manifesto (liberale) per l’energia

Scongelare una volta per tutte il mercato dell’energia, liberalizzandolo non solo a parole, ma anche coi fatti. Un messaggio vecchio almeno una quindicina d’anni, più o meno da quando si cominciò in in Italia a parlare di liberalizzazioni dell’energia, della telefonia e dei trasporti. Tornato però improvvisamente attuale questa mattina, nella cornice di Palazzo Wedekind, dove tre big dell’energia, Sorgenia, Edison ed Engie, hanno riunito manager e rappresentanti del settore per fare il punto su un processo senza dubbio iniziato, ma ancora lungi dall’essere completato. Ma anche per riaffermare un concetto: il mercato italiano è libero sulla carta ma a conti fatti i cittadini che ricorrono alle offerte alternative sono ancora pochi.

LIBERALIZZAZIONI? QUESTIONE (ANCHE) DI INFORMAZIONE

Il 2018, quando i mercati tutelati verranno definitivamente accantonati, è vicino. Non sarebbe il caso di lavorare un po’ sulla “cultura” delle liberalizzazioni e su un’informazione più efficace? Il problema, hanno condiviso i partecipanti, è proprio quello. Per questo nel corso dell’iniziativa è stata lanciata l’idea di redigere un vero e proprio Manifesto per l’energia, spiegando un po’ in chiave nazional-popolare i benefici delle liberalizzazioni. L’obiettivo è chiamare a raccolta le principali imprese nel campo energetico per mettere sul piatto una serie di proposte volte a facilitare l’accesso al mercato libero. Tra queste, una migliore comunicazione per i servizi più importanti, come tariffe e contatori, ma anche la personalizzazione dell’offerta, così da risparmiare una trentina di euro in bolletta, la digitalizzazione dei contratti e delle bollette e il ricorso a un’energia più sostenibile e pulita.

MERCATO PIU’ APERTO (E PIU’ EFFICIENTE)

L’obiettivo della kermesse energetica, hanno spiegato le aziende promotrici, “è quello di costruire regole per un mercato dell’energia più aperto, avvicinandolo al contempo alle esigenze dei cittadini e delle imprese”. Di qui, in vista della completa liberalizzazione del mercato, la necessità di indicare quei principi “utili a consentire alle imprese e ai consumatori di godere in pieno dei benefici di un mercato pienamente competitivo”. A cominciare da una corretta e soprattutto completa informazione verso il grande pubblico, affinchè si “possano finalmente rendere protagonisti i consumatori delle proprie scelte”. Il concetto è di per sè molto semplice: più si conosce meglio si sceglie.

I MURI (DA ABBATTERE) ALLE LIBERALIZZAZIONI

La necessità di una più completa informazione sul mercato libero in grado di abbattere il muro della diffidenza di molti consumatori, è stata ripresa anche da Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia: “Premesso che il mercato dell’energia è libero e liberalizzato da qualche anno – ha detto – oggi ci dobbiamo porre un problema. Ovvero capire perchè il ricorso dei cittadini al mercato libero è così poco gettonato”. Secondo Bortoni ci sono “alcuni freni che ostacolano un pieno ricorso all’offerta alternativa, due in particolare: una sfiducia generalizzata del consumatore verso il mercato libero, accompagnata dalla paura per un mercato che è visto spesso, ma erroneamente, come troppo complesso“. In questo senso, secondo l’Authority, una migliore regolazione, con norme chiare e certe, unitamente al Manifesto per l’energia, “può fare molto. In questo senso abbiamo l’intenzione di accompagnare 20 milioni di consumatori verso il mercato libero”.

L’OTTIMISMO (CAUTO) DELL’ANTITRUST

Una panoramica sullo stato dell’arte è stata fatta poi dal presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, primo promotore del ddl concorrenza in discussione al Senato. Pitruzzella si è detto sostanzialmente ottimista sulla situazione delle liberalizzazioni, sottolineando come l’Italia “sia a buon punto: l’apertura effettiva dei mercati è un processo che si realizza per fasi e sono convinto che anche nel settore dell’energia il processo di riforma si può realizzare”. Il Garante del mercato e della concorrenza ha poi messo maggiormente a fuoco il problema dell’apertura del mercato, ammettendo come “è vero che il mercato formalmente è stato liberalizzato ma i soggetti che hanno scelto questa strada sono ancora pochi e per avere dei benefici dettati dalla concorrenza, serve una maggiore partecipazione”.

LA STOCCATA AL GOVERNO

Non potevano certo mancare accorati appelli al governo dal sapore di stoccata. Che sono arrivati più che altro dai manager. Secondo Roberto Potì, executive vice president di Edison, per esempio, “l’apertura dei mercati deve essere estesa anche all’energia elettrica, si deve dare uno stimolo al mercato e i consumatori devono essere in grado di tutelarsi e di poter essere liberi di fare la scelta dei servizi. I clienti chiedono di rendere la loro fornitura energetica accessibile e facile da gestire”. Il manager ha poi ricordato l’importanza del “disegno di legge sulla concorrenza, su cui il governo ha tutto il nostro supporto, perché si tratta di un’iniziativa urgente ed essenziale per garantire al nostro Paese di affrontare la grande sfida dell’innovazione energetica, ma l’attuale formulazione del testo non ci vede del tutto d’accordo, si deve infatti ancora risolvere il tema della data“.

LE POSIZIONI DEI MANAGER

Per Aldo Chiarini, amministratore delegato di Gdf Suez Energia Italia, “i tempi sono ormai maturi per completare finalmente il percorso di liberalizzazione iniziato da più di 15 anni ma che deve ancora fare l’ultimo passo per accompagnare nel mercato le imprese e le famiglie, dando loro la possibilità di scegliere al meglio tra le opportunità offerte dal mercato”. E’ d’accordo Gianfilippo Mancini, ad Sorgenia, secondo il qualela liberalizzazione del mercato, insieme all’evoluzione delle tecnologie, costituisce uno strumento formidabile per i consumatori e per le imprese. Vogliamo cogliere fino in fondo le opportunità di questo nuovo processo di trasformazione per dare un importante impulso alla competitività del Paese e favorire scelte consapevoli da parte dei clienti”.

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