Con il via libera della Consob arrivato il 5 dicembre al documento di offerta, i giapponesi di Hitachi potranno finalmente lanciare l’Opa (offerta pubblica di acquisto) totalitaria e obbligatoria sulle azioni Ansaldo Sts. Si tratta di uno dei passaggi chiave nell’ambito del passaggio del controllo delle due Ansaldo, e cioè Sts e Breda, dall’italiana Finmeccanica a Hitachi. Una prima fase dell’operazione si è già completata col trasferimento al gruppo nipponico del 40% di Sts e del 100% di Breda, con quest’ultima che non è quotata in Borsa.
I DETTAGLI DELL’OFFERTA
L’offerta pubblica di acquisto, che riguarda perciò il 60% di Ansaldo sul mercato e non ancora nelle mani di Hitachi, partirà il 4 gennaio per terminare il 5 febbraio, salvo proroghe o riaperture dei termini dal 15 al 19 del secondo mese dell’anno. “Il corrispettivo in contanti – spiega la nota diffusa sabato 5 dicembre da Hitachi per annunciare i dettagli dell’operazione – che sarà corrisposto dall’offerente per ciascuna azione portata in adesione è pari a 9,50 e il relativo pagamento sarà effettuato il quinto giorno di Borsa aperta successivo alla chiusura del periodo di adesione, ossia il 12 febbraio 2016, salvo proroghe. L’esborso massimo complessivo dell’offerente – aggiunge ancora la nota – calcolato sulla totalità delle azioni che ne formano oggetto, e dunque assumendo una integrale adesione all’offerta, è pari a euro 1.138.754.7312”. Quest’ultima cifra, dunque, secondo il comunicato di Hitachi, è l’esborso massimo da parte del gruppo giapponese nel caso in cui gli attuali “piccoli” azionisti consegnassero in Opa tutti i propri titoli.
DIETRO LE QUINTE
In realtà, però, questa cifra potrebbe ulteriormente alzarsi. Questo accadrebbe nel caso in cui la Consob decidesse che il prezzo dell’Opa deve essere rivisto al rialzo. Per capire di che si tratti bisogna fare riferimento a tutta una serie di indiscrezioni, circolate già a partire dall’estate, secondo cui alcuni fondi azionisti di Sts avrebbero mostrato un malcontento rispetto al prezzo dell’Opa pari a 9,5 euro. Il fatto è che il corrispettivo in questione coincide con quello pagato da Hitachi a Finmeccanica e tiene perciò conto anche dell’effetto Ansaldo Breda. E quest’ultima società, specializzata nella costruzione di materiale rotabile, da anni chiude i bilanci in perdita e da tempo è in affanno con i conti. Questi mugugni sono culminati, il 10 novembre, con il fondo anglosassone Amber che ha presentato un’ufficiale richiesta a Consob per la revisione al rialzo del prezzo dell’Opa.
INCERTEZZE PER I SOCI
Secondo Il Sole 24 Ore, data questa procedura in corso presso la Commissione di vigilanza, che potrebbe giungere potenzialmente a un innalzamento del prezzo dell’Opa (in passato una cosa simile era già accaduta con Camfin), “l’offerta partirà con rilevanti elementi di incertezza per i soci. Se la Consob dovesse deliberare un aumento del prezzo, anche chi avesse già aderito all’offerta avrebbe diritto alla maggiorazione”. Del resto, il numero uno della Commissione di vigilanza, Giuseppe Vegas, il 4 dicembre aveva affermato: “Consob dovrebbe dare oggi il semaforo verde al documento dell’offerta obbligatoria di Hitachi per Ansaldo Sts anche se si riserva di fare più avanti eventuali ulteriori valutazioni sul prezzo, fissato a 9,5 euro”.
Ma i fondi “riottosi”, tra cui ci sarebbe anche la Bluebell partners di Giuseppe Bivona e Marco Taricco (balzata agli onori delle cronache in questi giorni per le lamentele su Telecom Italia), non sarebbero gli unici ad avere sottolineato delle criticità. Secondo il quotidiano di Confindustria, anche il collegio sindacale di Ansaldo Sts avrebbe deciso di fare sentire la propria voce e di rivolgersi alla Consob. “Quest’ultimo – scrive Il Sole 24 Ore in un articolo di Gianni Dragoni – ha sollevato anche il problema della mancata dichiarazione del nuovo presidente di Sts, Alistair Dormer, all’assemblea dei soci che lo ha nominato, di essere in situazione di concorrenza con Sts perché è ad globale del gruppo Hitachi nel settore ferroviario”. Quanto al fondo Amber, sempre a detta del giornale diretto da Roberto Napoletano, “sostiene che Hitachi si comporta come se avesse il pieno controllo della società e avrebbe di fatto rimosso il management, esautorando dalla gestione l’ad, Stefano Siragusa, che formalmente è in carica”.