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Francia, ecco mappa e radiografia dei Républicains

È possibile, come indicano alcuni sondaggi, che tanto Marine quanto Marion Le Pen domenica prossima saranno sconfitte dai candidati neo-centristi. Grazie alle desistenze dei socialisti, Nicolas Sarkozy potrebbe cantare vittoria sia pure senza entusiasmo. La viltà in politica talvolta può essere redditizia, ma, nel caso specifico, non cancella la vergogna di un primo ministro, Manuel Valls, e del segretario di un partito, Jean-Christophe Cambadèlis, che fanno pubblico appello al loro stesso partito affinché si suicidi pur di non permettere agli avversari di conquistare ciò che democraticamente spetta loro. Potrebbero non essere le due Le Pen, come del resto altri esponenti in corsa, presidenti delle regioni nelle quali hanno ottenuto i maggiori consensi. Ma non cambierebbe la situazione politica: il Front National resterebbe comunque il primo partito in Francia e sulla sua artificiosa “esclusione” dalle alte cariche rappresentative fonderebbe la rivalsa in vista delle presidenziali del 2017.

Comunque dovessero andare le cose, lo sconfitto sarebbe sempre Sarkozy “costretto” ad accettare i voti del suo avversario per vincere laddove è in netta minoranza. E si aprirebbe lo stesso il processo a suo carico tra i Républicains che per l’occasione hanno imbarcato pure il centrista per eccellenza François Bayrou, leader del MoDem, già rivale dell’ex-presidente: anche lui vorrà dire la sua, come i tanti che hanno annunciato da tempo la disponibilità a concorrere alle primarie.

Vediamoli. Xavier Bertarnd, sindaco di Saint-Quentin, già ministro di Sarkozy, si è fatto avanti per primo, all’indomani della sconfitta del suo leader, e ha lanciato la sua candidatura nel settembre 2012, imitato dall’ex-premier François Fillon per consolidare il potere nell’allora Ump contro le minacce del rivale Copé. Alain Juppé, vecchio pupillo di Jacques Chirac, sindaco di Bordeaux, primo ministro e poi ministro degli Esteri, non si voluto chiamare fuori e nell’agosto 2014 ha fatto sapere di essere in gara, con buone possibilità di riuscita. Nadine Morano, deputato europeo, ministro di Sarkozy all’apprendistato ed alla formazione professionale, portavoce dell’Ump, lo scorso settembre ha annunciato la sua discesa in campo. Jean-Fréderic Poisson, deputato all’Assemblea nazionale e presidente del Partito cristiano-democratico, ha fatto altrettanto poco dopo. Hervé Mariton, deputato della Drome, già ministro delle Terre d’Oltremare nel governo presieduto da de Villepin, si è aggiunto alla nutrita pattuglia alla quale non ha voluto far mancare la sua presenza Christian Estrosi, sindaco di Nizza, sconfitto da Marion Le Pen alle regionali e che tenta di recuperare con l’aiuto dei socialisti che lo odiano e che lui odia. Si candideranno alle primarie anche Bruno Le Maire, deputato, ex-ministro prima dell’Agricoltura e poi agli Affari europei, e Nathalie Kosciusko-Morizet, deputato, già ministro dell’Ecologia e dei Trasporti, portavoce di Sarkozy nelle presidenziali del 2012, battuta come candidato sindaco di Parigi nel 2014 dalla socialista Hidalgo. Prima delle regionali, Sarkozy aveva fatto sapere che la sua partecipazione alle affollate primarie l’avrebbe annunciata nell’autunno del 2016, tanto per capire come si metteranno le cose. E per lui non si mettono bene. Ognuno dei candidati, a cui vanno aggiunti il citato Bayrou ed altri pretendenti minori, è portatore di un’istanza politica diversa. Sicché i Républicains, lungi dal superare la frammentazione che aveva mandato in coma l’Ump, ne ripetono gli stessi errori. Sarkozy sembrava si fosse riappropriato del partito, da lui stesso rifondato, ma le elezioni regionali non sono andate come sperava. Soprattutto, il suo elettorato, pur ritenendolo il più abile ne diffida avendo sperimentato la sua incoerenza politica culminata con l’assunzione delle parole d’ordine del Front National alla cui demonizzazione, nel contempo, partecipa con eccezionale fervore.

Le risse in quello che fu il centrodestra gollista sono appena incominciate. Da domenica sera, quale che sia il risultato, diventeranno incandescenti. E tutti paventano per il 2017 un ballottaggio tra Hollande e Marine Le Pen. Sarkozy ed i superstiti repubblicani restituiranno il favore al socialista che lo ha spodestato dall’Eliseo?

Dalla tragedia alla pochade il passo è più breve di quanto si immagini.


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