Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Il consumatore in Rete tra Big Data, fatturazione elettronica e Internet delle cose

Opportunità e problematiche si accompagnano alla diffusione del digitale impattando sui diritti e sugli interessi dei consumatori. A questo è dedicata la nuova edizione del Progetto ‘Consumatori in Rete’, che I-Com, l’Istituto per la Competitività presieduto dall’economista Stefano da Empoli, ha presentato questa mattina in un convegno presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana.

LO STUDIO

Il rapporto realizzato dagli analisti di I-Com (scaricabile sul sito www.i-com.it) è frutto di dati e analisi emersi da un confronto durato quattro mesi con authority, associazioni dei consumatori e imprese partner: Acea, Anigas, Enel, Nexive, Sky Italia, Telecom Italia, Utilitalia, Vodafone Italia. Tra i relatori intervenuti al convegno di presentazione c’erano Giuseppe Busia (Garante Privacy), Gabriella Muscolo (Antitrust). Nello studio I-Com offre per ciascun macrotema, Fatturazione 2.0, comunicazioni Machine to Machine (M2M), Big Data e risoluzione alternativa delle controversie, alcune proposte per affrontare le criticità e favorire il business garantendo la tutela del consumatore.

IL MERCATO DEI BIG DATA

Ogni giorno produciamo enormi quantità di dati con implicazioni significative anche sul piano della tutela della privacy e della regolazione. Dagli acquisti alle vendite, dai cellulari agli spostamenti, dai numerosissimi sensori installati in città o incorporati in oggetti (macchine industriali, automobili, contatori elettrici, ecc..), fino alle disparate attività che svolgiamo online. “Si tratta di uno stock enorme e in crescita esponenziale – si legge nello studio di I-Com – di cui il 90% è stato generato solo negli ultimi 2 anni con ritmo talmente sostenuto che di fatto ogni due giorni viene creato un volume di dati pari alla quantità di informazioni generate dall’umanità intera fino al 2003”.

Le elaborazioni I-Com rilevano che il mercato dei Big Data, inteso come ricavi associati alla vendita di prodotti (hardware e software) e servizi relativi ai Big Data,  toccherà nel 2026, 85 miliardi di dollari, con una crescita annua del 17%. Tale mercato ammontava ad oltre 27 miliardi di dollari nel 2014, in crescita di quasi il 40% rispetto all’anno precedente.

Il settore delle telecomunicazioni emerge come quello maggiormente in grado di cogliere le opportunità create dai big data, con una spesa media di 25 milioni di dollari per impresa (dato 2012). Nel 2020, inoltre, il mercato Big Data per le TLC triplicherà le dimensioni del 2013, raggiungendo quota 10 miliardi di dollari. Il 45% del mercato sarà concentrato in Nord America. Restano ancora indietro invece i settori energia e trasporti: solo il 3% e l’1% delle aziende sono in grado di utilizzare i Big Data.

“La produzione, raccolta e trasmissione di questa enorme mole di dati offre benefici alle aziende ed agli stessi consumatori che tali dati producono – i quali possono fruire di nuovi servizi, di offerte maggiormente modellate sui propri gusti, di una migliore assistenza da parte delle aziende oltre che della possibilità di monitorare i propri consumi ovvero la propria condizione fisica per adottare eventuali scelte di consumo e/o comportamenti più efficienti e/o salutari, ma pone anche sfide straordinariamente complesse ed importanti non solo alle singole Autorità nazionali preposte alla vigilanza ed alla regolazione dei singoli settori interessati, ma anche alle istituzioni europee”, si legge nel Rapporto.

Tra le proposte di policy avanzate da I-Com per favorire i Big Data vi è quella di apprestare forme di regolamentazione flessibili e future oriented, la formazione di figure professionali capaci di presidiare le opportunità offerte dai big data e la predisposizione di ulteriori strumenti di educazione digitale del consumatore.

COMUNICAZIONI MACHINE TO MACHINE E INTERNET OF THINGS

Uno dei temi oggetto di dibattito all’interno delle strategie istituzionali della Unione Europea (agenda digitale) e delle Autorità di regolazione (ANR) ed analizzato da I-Com è l’Internet of Things (IoT) e le Comunicazioni Machine-to-Machine (M2M).
I-Com stima che il solo mercato IoT possa aumentare, in Italia, dai 32 miliardi di euro del 2014 a circa 98 miliardi nel 2020. Il principale driver di questa crescita viene ricondotto all’incremento della connettività nei beni di consumo, quali TV, frigoriferi etc. In termini di ricavi derivanti dall’IoT nei Paesi EU28, si dovrebbe, invece, verificare un aumento da circa 307 miliardi di euro nel 2013 a più di 1.181 miliardi di euro nel 2020.
“L’ampiezza dello spettro degli ambiti applicativi di queste soluzioni (domotica, fleet management, logistica, cure mediche) – hanno spiegato gli analisti di I-Com – è proporzionale alla complessità del tema sul piano della regolazione: dalla privacy alla sicurezza, dall’assegnazione dello spettro radio alla condivisione dei dati”.

FATTURAZIONE 2.0

Criticità differenti per settore sono state riscontrate da I-Com nel focus sulla bolletta elettronica. Nel settore dell’energia ad esempio la complessità del settore e dei termini tecnici presenti in bolletta si traducono in ostacoli per la comprensibilità dei documenti di fatturazione, e quindi in una costosa gestione del cliente per le imprese, un numero di reclami elevato, che rappresentano un potenziale ostacolo alla concorrenza e una scarsa consapevolezza dei consumi per i consumatori e difficoltà di confronto delle offerte presenti sul mercato.

Secondo lo studio nel 2014 il 26% delle richieste pervenute allo sportello del consumatore di energia ha riguardato infatti il tema della fatturazione (+9% rispetto al 2013). Meno critico, è il tema della trasparenza dei documenti di fatturazione nel settore dei servizi audiovisivi a pagamento. I-Com imputa tale dato probabilmente al ricorso prevalente a formule ‘flat’ per le tariffe: “La terminologia e le informazioni contenute in bolletta sono maggiormente comprensibili rispetto al settore dell’energia o comunque richiedono minori conoscenze tecniche. Inoltre, le offerte nei suddetti mercati prevedono disponibilità forfettarie di minuti di conversazione o pacchetti televisivi ad un prezzo prestabilito o, ancora, tariffe flat, che escludono o limitano fortemente il rischio per i consumatori di trovare in fattura costi aggiuntivi”, si legge nella ricerca.

×

Iscriviti alla newsletter