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Inps, ecco come partecipare all’esposto

Detto fatto. L’avevano annunciato, un mese fa, ed ora l’hanno fatto. I “300 di Leonida” si sono riuniti all’hotel Sheraton di Padova per sottoscrivere un pesante esposto – da inviare alla Procura della Corte dei Conti di Venezia – in merito alla persistente commistione “in casa Inps” tra spese assistenziali e spese pensionistiche. Commistione sia a livello gestionale sia a livello di bilancio.

Dalla fine degli anni ’80, il bilancio Inps – lo diceva una legge – avrebbe dovuto separare nettamente le voci assistenziali (non legate a contributi) da quelle previdenziali (legate ai contributi). Con rammarico, i 300 di Leonida hanno preso atto che, anche nel bilancio Inps 2014, continua la confusione tra le due voci, con effetti devastanti non solo sul piano finanziario ma anche su quello politico.

Sul piano economico-finanziario, perché l’eccesso di voci assistenziali “pure” o “miste” (ossia con minimi, occasionali e variegati contributi), porta ad un bilancio in perdita (di almeno 7,2 miliardi di euro), mentre il puro bilancio previdenziale risulterebbe almeno in pareggio, se non in attivo, se si calcolasse anche l’effetto delle tasse legate alle pensioni stesse (valutabili dai 38 ai 43 miliardi di euro).

Sul piano politico, i dubbi stanno diventando certezze. I 300 di Leonida sono convinti che la commistione attuale del bilancio Inps sia mantenuta e voluta da chi, poi, utilizza la passività del bilancio stesso come clava per proporre fantasmagoriche riforme del sistema previdenziale, come se quella della Fornero non avesse causato sufficiente danni.

Da mesi, Tito Boeri ha preso il posto di Giuliano Poletti. Quasi fosse il ministro del Lavoro, Boeri continua ad imperversare su giornali, radio e TV annunciando a destra e a manca il fallimento dell’Inps e del sistema pensionistico italico, qualora non si adottassero, rapidamente, misure draconiane. Tante, troppe, oscene. Le riassumiamo, per i distratti.

Il taglio delle pensioni “medio-ricche” (sopra i 3mila euro lordi al mese); la persistenza della tassa di solidarietà per le pensioni sopra i 60mila euro lordi l’anno; l’abbattimento delle aliquote di rivalutazione annuale; la rimodulazione della curva contributiva; il ricalcolo della pensione sulla base di dati Isee e stime similari.
Stanchi di essere sottoposti quotidianamente alla gogna mediatica e timorosi per la tenuta del loro sistema nervoso, i 300 di Leonida hanno sottoscritto – venerdì 11 pomeriggio – l’esposto contro l’Inps, prendendo contestualmente un impegno.

Ciascuno di loro chiederà a dieci amici di sottoscriverlo a loro volta e di inviarlo autonomamente alle varie Procure regionali della Corte dei Conti.
E così, da domani pacchi e pacchetti di esposti saranno spediti anche alle Corti dei Conti di Trieste, di Trento, di Bolzano, di Milano, di Bologna, di Roma.

Una marea di esposti, con il coinvolgimento anche di Confedir, Federspev, Dirstat, Cser, Dirigenti Scuvola, Vvff, per iniziare, in attesa che altri gruppi di pensionati si muovano in modo analogo.
Ancora una volta, dai 300 di Leonida è stato acceso un fuocherello, nella speranza che, come nel recente passato, diventi incendio.
Perché incendio sia, occorre che ogni pensionato “attento” compili il modulo allegato (indirizzandolo però alla Procura della propria regione), lo firmi, inserisca gli estremi di un documento di riconoscimento e lo invii come raccomandata con ricevuta di ritorno alla Procura regionale.

Costo? Pochi euro. Tempo? Pochi minuti. Effetto? Una serie di stop a Boeri ed alle sue voglie – esplicite – di penalizzare i pensionati, trasformandoli in bancomat per molteplici fini assistenziali. Inclusi quelli per i migranti e per le “cicale”.

Insomma, i pensionati Inps non debbono stare fermi, ma debbono continuare ad agire. In attesa che la Consulta decida, entro il 2016, in merito azioni legali di autotutela attivate da Federmanager, i 300 di Leonida, Confedir, Federspev e altri nel corso degli anni 2014-2015. Quaero et non invenio, meliora tempora (Diogene).

N.B. Data la nebbia fitta, i partecipanti erano “solo” (si fa per dire) 278. L’assemblea ha condiviso la proposta di Biasioli-Orsini-Bodo-Caffi-Stevanato di un nuovo incontro, a metà gennaio, per dare il via a tre ulteriori azioni legali, con denunce specifiche ed articolate.


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