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Inps, ecco i numeri in ballo sulle pensioni

Le tipologie pensionistiche possono essere distinte in previdenziali pure ed in assistenziali. Le prime sono legate a contributi versati (anzianità, vecchiaia, inabilità, superstiti), le seconde sono “regalate” (perché non legate a contributi) ai cittadini in difficoltà: pensioni/assegni sociali; invalidità civile >74%; indennità di accompagnamento; sussidi vari (almeno 40 tipi diversi); assistenza ai migranti….etc.

In realtà, questa distinzione – nei bilanci INPS – non è per nulla netta e molte tipologie definite “pensioni” sono in realtà espressione di assistenza.

I numeri in gioco:

1) PENSIONATI = 15.299.507 (-1.093.862 in un anno !!!) ma ogni pensionato riceve 1,42 pensioni; infatti:
2) PENSIONI TOTALI PAGATE = 21.766.079 di cui
-Pensioni Ivs = 17.188.629
-Pensioni assistenziali + Inail = 4.577.450
3) IMPORTO MEDIO PRESTAZIONI/ANNO
-Pensioni IVS = 14.649 /anno
-Voci assistenziali= 12.364/anno (range 10.635-13.200)
4) Numero occupati/pensionato= 1,35.
Poiché siamo in Italia, sui numeri non c’è certezza. Infatti, oltre a questi numeri – presenti nel bilancio INPS 2014 – nei giorni scorsi, a seguito di una inchiesta ISTAT-INPS, sono stati diffusi (3/12/15) i seguenti numeri:
2 bis) PENSIONI TOTALI PAGATE= 23.198.474
-Pensioni Ivs = 18.089.748 (78%)
-Pensioni indennitarie = 786.059 (3,4%)
-Pensioni assistenziali = 4.322.667 (18,6%)
3bis) IMPORTO MEDIO PENSIONI/ANNO= 11.943 euro
-Pensioni Ivs= 13.848
-Pensioni indennitarie=5.719
-Pensioni assistenziali=5.105

Se questi dati Istat-Inps del 3/12/15 fossero quelli corretti, allora la spesa pensionistica 2014 risulterebbe di 277,067 miliardi, di cui 250, 505 di “pura previdenza IVS” ed il resto (26, 562 mld) di “pura assistenza ”. In realtà, scomputando l’invalidità dalle “pensioni pure” ed aggiungendone la spesa alla componente assistenziale si otterrebero le seguenti cifre: spesa previdenziale “vera”= 235,106 mld e spesa assistenziale “vera”= 41,961 mld. Capite? Comunque si valutino i numeri, la sostanza è che ci sono uscite di 235-250 miliardi come “spesa previdenziale” a fronte di entrate Inps pari a 314 miliardi.

PENSIONI PER CLASSE DI IMPORTO MENSILE LORDO

Questo capitoletto può essere riempito da numeri molto diversi tra loro. Ci basiamo su quelli  della Relazione INPS-CNEL del 10/12/14 e non sulle cifre pubblicate dalla stampa, nell’ultimo anno.

– Fino a 499,9 euro= 8,6 milioni di pensioni
– Da 500 a 999,9 euro= 5,6 milioni
– Da 1.000 a 1.499,9 euro= 3,3 milioni
– Da 1.500 a 1.999,9 euro= 1,7 milioni
– Da 2.000 a 2.499,9 euro= 995,7 mila
– Da 2.500 a 2.999,9 euro= 392,5 mila
– Da 3.000 in su= 485,0 mila

In definitiva, solo 1.873.262 pensioni avrebbero valori lordi mensili superiori a 2.000 euro/mese. Mentre 14,2 milioni di pensioni (499-999 euro) sarebbero da “misere” a “scarse”. Il costo complessivo ( 0-1.499 euro/mese) sarebbe di 177,7 mld/anno, pari al 57,62% del totale della spesa previdenzio-assistenziale. Ancora circa 56 miliardi di spesa sono legati alle “pensioni” fino a 500 euro/mese.

La suddivisione % – con ranges un po’ diversi – evidenzia che:
il 68,2 % dei pensionati riceve una cifra inferiore a 1.443 euro lordi/mese
– il 23,06% dei pensionati riceve da 1.443 a 2.404  euro lordi/mese
– il 7,77 % dei pensionati riceve da 2.405 a 5.290 euro lordi/mese
– lo 0,95 % dei pensionati riceve da 5.291 a  24.050 euro lordi/mese

Cosa dice, invece, al proposito, la citata fonte ISTAT-INPS del 3/12/15?. La suddivisione delle fasce sarebbe la seguente:a) il 40,3% dei pensionati riceve meno di 1.000 euro lordi mensili;
b) il 39,1% dei pensionati riceve tra 1.000 e 2.000 euro lordi mensili;
c) il 14,4% dei pensionati riceve tra 2.000 e 3.000 euro mensili;
d) il 6,1% dei pensionati riceve oltre 3.000 euro mensili.

I SOGGETTI “ DEBOLI”.

 Secondo la citata documentazione ISTAT-INPS, all’interno delle pensioni IVS (valore medio annuo= 13.848)  il range economico annuale lordo  andrebbe da 16.299 euro a 8.581 euro, essendo piu’ alto per la vecchiaia (16.299) e piu’ basso per i superstiti (8.581). Ossia la pensione dei superstiti sarebbe, oggi, il 52,6% di quella del titolare…..

Altri valori, quelli delle pensioni assistenziali (range da 4.938 a 6.209), con valori annuali medi di 5.105 euro (:12=425/mese). A conferma di quanto sosteniamo: l’emergenza vera non è nei conti previdenziali, ma in quelli assistenziali….E, a questo, si dovrebbe provvedere in 2 modi. Sconfiggendo l’evasione fiscale e usando l’arma delle tasse su tutti, in modo proporzionale. Non tosando i pensionati, come vaneggia Boeri.

IL PERCHE’ DI QUESTE CIFRE PENSIONISTICHE

 Questo dovrebbe chiedersi Boeri. Se questi numeri e queste popolazioni pensionistiche siano corretti. E, se lo sono, perché si eroghinono siffatte “cifre assistenziali” in un Paese accusato dalla U.E. di spendere troppo per le pensioni. Secondo l’ISTAT-INPS, l’Italia spende in previdenza + assistenza circa il 17% del PIL (15,2 + 1,8). Secondo l’OCSE ( Pensions at glance,1/12/15) il nostro Paese avrebbe la spesa pensionistica piu’ alta , dopo la Grecia, rispetto al PIL: 15,7% nel 2013, contro l’8,7 %  del dato medio U.E.

Secondo Noi, cifre alla mano il rapporto corretto tra previdenza ed assistenza non è 89,4 + 10,6% ma almeno 78 + 20%. Quindi, in realtà, la vera spesa previdenziale è pari al 13,26% del PIL  o giù di lì.

Noi ribadiamo che i problemi sono molti:

  1. quello delle regole legate alla vera previdenza;
  2. quello della insufficienza delle scelte assistenziali dello Stato alla luce della prolungata crisi economica e della mancata crescita del PIL;
  3. quello dei mancati controlli sui redditi di intere categorie, con evidente evasione dei tributi legati agli assets pensionistici;
  4. quello dei mancati, generalizzati, controlli sugli invalidi, sui portatori di handicap e sul diritto all’assistenza;
  5. quello dei blocchi contrattuali 2009-2018 nella P.A.,  con ovvio danno sui contributi pensionistici in essere;
  6. quello della prolungata e progressiva svalutazione dell’euro, legata al quantitative esasing;
  7. quello del blocco pluriennale delle assunzioni nella P.A., legato alle leggi di stabilità 2011-2015;
  8. quello della esplosione della spesa assistenziale legata alle centinaia di migliaia di immigrati, irregolari e non;
  9. quello legato alle eccessive spese gestionali dell’INPS.

Per questo, per tutto questo, diciamo a Boeri di “fare il suo mestiere”: ossia di modificare in modo incisivo la pesante struttura dell’INPS, contenendo le spese e responsabilizzando i dirigenti su una sostanziale revisione organizzativa. Per questo, per tutto questo, diciamo al governo di finanziare in modo totale e chiaro (anche a Noi, cittadini comuni) tutta la componente assistenziale della spesa del welfare, in modo da evitare le ingiuste critiche della UE27.


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