“Paolo Romani vorrebbe dettare lui la linea a Silvio Berlusconi? Penso che lei abbia capito perfettamente”. Renato Brunetta, l’uomo del giorno, conversando con Formiche.net reagisce alla tempesta abbattutasi su di lui con un attacco concentrico da parte del premier Matteo Renzi, che ha infierito sul capogruppo azzurro nell’aula di Montecitorio mercoledì 16 dicembre, e da parte del suo omologo al Senato, Paolo Romani. L’accusa che accomuna Renzi e il capogruppo dei senatori di Forza Italia è in sostanza quella di essere un urlatore, di fare insomma un’opposizione eccessiva, che non permette accordi.
Brunetta fa su è giù nel Transatlantico di Montecitorio, scuote la testa in continuazione, parla e si sfoga con deputati e cronisti. Ma non è per nulla spaventato. Ribadisce a tutti che la linea da lui seguita “è quella del presidente Berlusconi, messa nero su bianco nel documento approvato all’unanimità il 4 agosto scorso dal consiglio nazionale di Forza Italia: il centrodestra deve marciare compatto, perché solo uniti si vince, l’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia è strategica”. Tradotto: basta patti del Nazareno.
E parlando con Formiche.net, il capogruppo azzurro rilancia.
Romani dopo averla contestata dice anche che Berlusconi ha bisogno di un confronto nel partito. Per essere più precisi: chiede una direzione politica, “un organismo che aiuti il Cavaliere, formate da persone riconosciute e riconoscibili, scelte dal nostro presidente”. On. Brunetta, significa che Romani vorrebbe dettare la linea a Berlusconi o questa è un’interpretazione troppo maliziosa?
No. Non è affatto maliziosa. Lei ha capito perfettamente.
Ma secondo lei perché Renzi l’ha attaccata così? Magari per prendere a pretesto la polemica con lei e fare il patto sull’ellezione dei giudici della Consulta con i Cinquestelle?
Chiedetelo a lui. E comunque non lo so. Ma non credo fosse per la Consulta. Renzi in realtà aveva già deciso tutto da tre mesi.
E allora? Eccesso di nervosismo?
Bisogna che si calmi.
Poi, in un capannello di deputati, Brunetta scherza e dice: “Meglio così”. Chissà, magari pensa che un simile attacco lo abbia alla fine rafforzato nel gruppo, dove è stato oggetto una decina di giorni fa di malumori e contestazioni. E continua, indomito, a fare su e giù per il Transatlantico. Chiede notizie di Vittorio Sgarbi. E’ contento che se la sia cavata. E chiosa scherzoso: “Uno dei vantaggi dei corti come me è che è meno probabile che mi venga un infarto”.