Una brutta aria soffia sull’Europa. Prima in Francia qualche settimana fa e oggi in Spagna esce dalle urne un risultato largamente scontato e previsto: la morte del bipartitismo e del bipolarismo rozzo con conseguente ritorno al pluralismo politico, formula classica delle democrazie parlamentari rappresentative e partecipate. La ministra Boschi prima di rilasciare dichiarazioni sull’argomento rifletta. Non basta affermare come ha fatto: l’Italicum garantisce la governabilità, perché una frase del genere non significa niente in assoluto. La legge Acerbo del 1923 di mussoliniana memoria pure assicurava la governabilità, consentendo il voto a una ristretta cerchia di elettori ed escludendo dalle urne una gran massa di cittadini democratici. La governabilità è concreta e reale se il sistema di voto favorisce la più ampia partecipazione per avere una democrazia moderna e consolidata. L’Italicum non rispecchia tali caratteristiche, anzi, può produrre, in ipotesi molto concrete, minoranze del 25/30% che si impongono come maggioranze di governo.
Ascoltando e leggendo le dichiarazioni della signora Boschi non si può non convenire su una sua affermazione rilevante che circola da anni: non possono essere i processi dei talk show, mediatici a condannare le persone. Giusto! Non bastano e non servono neppure le mozioni degli affetti per tenere le istituzioni al riparo da fatti di immoralità pubblica. Sì, perché le vicende che riguardano la Banca Etruria e che interessano anche il padre della Boschi, già ai vertici della banca in questione come vice presidente e come azionista, hanno qualcosa a che vedere con articoli del codice di procedura penale, con regole di buona amministrazione e di carattere etico.
In un Parlamento normale e legittimo il risultato largamente negativo per i presentatori della mozione di sfiducia contro la giovane ministra di Arezzo suonerebbe come rafforzamento della stessa rappresentane del governo e dell’intero esecutivo ma, avendo da tempo la Corte costituzionale ritenuto illegittimo il sistema di elezione dei deputati, il risultato decisamente favorevole alla Boschi serve solo a mantenere in vita, non si sa per quanto tempo ancora, un Parlamento già morto. Non a caso tra il Paese reale, come si diceva una volta, e la classe politica le distanze aumentano ogni giorno di più.
Assodato che Renzi non è né De Gasperi, né Amintore Fanfani, né tantomeno Luigi Einaudi perché fu chiamato da Giorgio Napolitano alla guida del governo italiano in maniera anomala e frettolosa? Ha qualità taumaturgiche tali da riuscire con i suoi amici Boschi e Lotti là dove gli altri soccombono: essere addirittura capace di rimettere l’Italia in piedi? O forse era necessario, da Palazzo Chigi, provvedere a smaltire scottanti dossier? La risposta a tali quesiti potrebbe anche chiarirci il senso della defenestrazione di Enrico Letta. La storia solo in futuro potrà consegnarci forse la verità.