Continua a restare alta la tensione tra Nato e Russia. Mentre sono ancora forti i toni tra Mosca e Ankara per il Sukhoi abbattuto, oggi si è aperto un altro fronte di tensione: l’Alleanza atlantica ha invitato ufficialmente il Montenegro a diventare il ventinovesimo membro del blocco militare. La mossa ha fatto scattare la reazione stizzita del Cremlino, che teme un’ulteriore espansione della Nato nei Balcani.
LE PROTESTE IN MONTENEGRO
Dopo la crisi ucraina e i disordini in Macedonia, migliaia di persone avevano manifestato a ottobre scorso nella capitale montenegrina, Podgorica, per chiedere le dimissioni del governo di Milo Djukanovic. Allora diversi osservatori ritenevano che le proteste fossero pilotate dal Cremlino proprio in virtù dell’adesione del Paese all’Alleanza.
GLI AVVERTIMENTI DI MOSCA
Oggi, per molti analisti, le parole dei vertici russi ridanno vigore a quell’ipotesi. “Mosca – ha commentato dopo la notizia il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov – ha sempre detto a vari livelli che l’espansione della Nato, dell’infrastruttura militare della Nato, verso Est, naturalmente, non può aiutare, non può che condurre a una risposta dall’Est, cioè dalla Russia, nei termini di una garanzia di sicurezza e di un mantenimento della parità di interessi”.
L’EVOLUZIONE DELL’ALLEANZA
La Nato – ricorda il Wall Street Journal – non invitava nuovi membri dal 2009, anno dell’ingresso di Albania e Croazia, anche perché l’allargamento della Nato ha creato non pochi problemi. L’avvicinamento all’Alleanza di Georgia e Ucraina è sfociato prima nella guerra-lampo in Ossezia del Sud nel 2008 e poi nella crisi di Kiev, anch’essa dettata in larga parte dal possibile ingresso del Paese nella Nato. Tensioni destinate ad aumentare: ad essere interessate a entrare nel blocco militare sono oggi non solo Georgia ed Ucraina, ma anche Bosnia Erzegovina e l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia (Fyrom).
LE PAROLE DI STOLTENBERG
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha definito quello di oggi come un “risultato storico” che riflette “l’impegno costante” del Montenegro per “i valori comuni e la sicurezza internazionale”, rimarcando che “è estremamente importante sottolineare ancora una volta che ogni nazione ha il diritto di decidere il suo cammino, la propria organizzazione in termini di sicurezza”. Secondo le attese, i negoziati di adesione con il piccolo Paese balcanico, dalla popolazione di circa 600mila abitanti, saranno completati all’inizio del 2016.
LA VOCE DEGLI USA
Le prime dichiarazioni dei leader occidentali riuniti a Bruxelles per il vertice Nato – raccolte dall’agenzia Reuters – hanno provato a stemperare i timori e le minacce di Mosca, in un momento in cui Usa ed Europa cercano di creare i presupposti per una cooperazione con la Russia in funzione anti Isis in Siria e Iraq. L’Alleanza, ha spiegato a questo proposito il capo della diplomazia americana, il segretario di Stato John Kerry, “non si concentra sulla Russia di per sé, direi che non si concentra sulla Russia come su nessun altro Paese”.
LA POSIZIONE DELL’ITALIA
Spesso accusata di essere troppo timida nel condannare le ingerenze di Mosca in Ucraina, anche l’Italia ha detto la sua sulle critiche della Russia alla Nato. La decisione sul Montenegro, ha sottolineato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, “non è contro qualcuno, ma è una decisione per rafforzare la sicurezza”.