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Clima, ecco come l’Osservatore Romano bacchetta l’accordo di Parigi

Nonostante le lacrime di Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese e padrone di casa della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che s’è chiusa sabato scorso a Parigi, a ben guardare l’accordo raggiunto vi sono parecchie perplessità sull’effettiva “portata storica” di quanto concordato nelle due settimane di lavoro. Un po’ a sorpresa, è l’Osservatore Romano a storcere il naso: “Un negoziato lungo e complesso che ha portato frutti concreti, ma sui quali occorrerà ancora lavorare”, scrive Luca Possati a pagina 2.

Certo, qualcosa si è raggiunto, ma “nonostante l’indubbia importanza dell’agreement, molte questioni restano aperte ed è presto per dire se la battaglia sia stata vinta”. In particolare, “l’aspetto più delicato riguarda il carattere vincolante su base volontaria delle decisioni. Secondo l’articolo 4 – si legge sul quotidiano della Santa sede – tutti i Paesi ‘dovranno preparare, comunicare e mantenere’ degli impegni, con revisioni regolari che ‘rappresentino un progresso’ rispetto agli impegni precedenti e ‘riflettano ambizioni più elevate possibile'”. Il problema fondamentale è che “il testo dell’accordo non prevede sanzioni nel caso in cui gli obiettivi non vengano raggiunti: i firmatari godranno quindi di un certo margine per ignorare le raccomandazioni e sforare i tempi previsti”. C’è poi la questione dell’articolo 9, che l’Osservatore Romano mette in evidenza: si “chiede ai paesi sviluppati di ‘fornire risorse finanziarie per assistere’ quelli più deboli, ‘in continuazione dei loro obblighi attuali’. Non si parla di impegni aggiuntivi: l’agreement stabilisce soltanto che i paesi avanzati traccino ‘una Road map concreta per raggiungere l’obiettivo di fornire 100 miliardi di dollari l’anno da qui al 2020’, con l’impegno ad aumentare ‘in modo significativo i fondi per l’adattamento’ tecnologico dei paesi poveri. Non si fanno però cifre precise né si pongono dei criteri univoci per calcolare gli impegni di ogni paese secondo le responsabilità”.

LE PAROLE DEL PAPA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI

La posizione della Santa Sede, e in particolare di Papa Francesco, sulla questione climatica è chiarissima. Lo dimostra l’enciclica Laudato si’, che al tema dedica ampio spazio, ma anche vari pronunciamenti dello stesso Pontefice. Un esempio tra gli ultimi è dato dalla conferenza stampa in aereo durante il viaggio che lo riportava a Roma dalla Repubblica Centrafricana. In quell’occasione, Bergoglio fu netto: “O adesso o mai! Dalla prima (conferenza, ndr), che credo sia stata a Tokyo, ad adesso, si è fatta poca cosa, e ogni anno i problemi sono più gravi. Parlando in una riunione di universitari su quale mondo noi vogliamo lasciare ai nostri figli, uno ha detto: “Ma Lei è sicuro che ci saranno figli di questa generazione?”. Siamo al limite! Siamo al limite di un suicidio, per dire una parola forte. E io sono sicuro che quasi la totalità di quelli che sono a Parigi, al Cop21, hanno questa coscienza e vogliono fare qualcosa. L’altro giorno ho letto che in Groenlandia i ghiacciai hanno perso miliardi di tonnellate. Nel Pacifico c’è un Paese che sta comprando da un altro Paese terre per traslocare il Paese, perché entro 20 anni quel Paese non ci sarà più… No, io ho fiducia. Ho fiducia in questa gente, che farà qualcosa; perché, io direi, sono sicuro che hanno buona volontà di fare, e mi auguro che così sia. E prego per questo”.

L’APPELLO PER IL SUCCESSO DEL VERTICE DI PARIGI

Tornato in Vaticano, pochi giorni dopo l’apertura della Conferenza di Parigi, ribadiva l’appello al termine dell’Angelus pronunciato in piazza San Pietro: “Seguo con viva attenzione i lavori della Conferenza sul clima in corso a Parigi, e mi torna alla mente una domanda che ho posto nell’Enciclica Laudato si’: ‘Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?’. Per il bene della casa comune, di tutti noi e delle future generazioni, a Parigi ogni sforzo dovrebbe essere rivolto ad attenuare gli impatti dei cambiamenti climatici e, nello stesso tempo, a contrastare la povertà e far fiorire la dignità umana. Le due scelte vanno insieme: fermare i cambiamenti climatici e contrastare la povertà perché fiorisca la dignità umana. Preghiamo perché lo Spirito Santo illumini quanti sono chiamati a prendere decisioni così importanti e dia loro il coraggio di tenere sempre come criterio di scelta il maggior bene per l’intera famiglia umana”.

LO SHOW SULLA FACCIATA DELLA BASILICA VATICANA

La sera dell’apertura del Giubileo della misericordia, poi, si teneva lo show promosso da varie associazioni e organizzazioni impegnate nel contrasto ai cambiamenti climatici, con la proiezione di immagini legate all’ambiente e alle specie animali a rischio sulla facciata e la cupola della basilica vaticana. Un evento che, tra le varie motivazioni date, aveva anche lo scopo di appoggiare le discussioni in corso a Parigi.

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