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Perché il Pd di Renzi induce la destra a radicalizzarsi

Il 2015 è stato caratterizzato da fenomeni di grande impatto sull’opinione pubblica e di profonda portata internazionale: si sono ridefiniti equilibri politici interni ed europei, scenari economici europei e anche situazioni geopolitiche internazionali.

LA SITUAZIONE DEL PAESE

Il sentiment degli italiani a fine di questo 2015 è piuttosto negativo: influiscono ancora le paure e le sensazioni negative successive agli attentati di Parigi e alla delicata situazione internazionale.

I deboli segnali di ripresa economica ancora non sono in grado di risollevare le previsioni economiche degli italiani per il 2016 (in termini soprattutto di risparmi e di miglioramento delle proprie condizioni). Ne consegue che anche il Governo incontra notevoli difficoltà e attraversa (ormai da molti mesi) una situazione di continui alti e bassi; Il Premier Renzi si ritrova dunque costretto a rincorrere gli umori mutevoli dell’opinione pubblica con una continua politica degli annunci che si fa sempre meno incisiva e credibile.

Parallelamente con l’unica, ma molto incisiva, eccezione dell’Unione Europea, nell’ultimo anno si mantiene stabile o cresce l’indice di fiducia di quasi tutte le istituzioni. Il crollo di fiducia nei confronti dell’Europa è tanto evidente quanto profondo: dall’affermarsi di molti movimenti antieuropeisti agli atteggiamenti diffusi di euroscetticismo in vasti settori dell’opinione pubblica e della politica stessa.

LA MINACCIA TERRORISTICA

Gli Italiani si mostrano anche sempre più preoccupati rispetto al passato, il 66%, infatti, esprime timore di attentati terroristici in Italia. Tuttavia, la fiducia nell’operato delle istituzioni sul rischio attentati è altissima e veramente in pochissimi hanno cambiato le proprie abitudini per paura (l’88% dichiara di non aver cambiato minimamente i propri comportamenti quotidiani)

Questa situazione di estrema tensione ha portato (e porterà ancora) forti conseguenze nella politica interna. Gli italiani richiedono maggiori controlli ed espulsioni, ma rimangono fortemente contrari ad ipotesi di un intervento militare nello scenario siriano.
Tuttavia le conseguenze della paura del terrorismo sono più profonde di quanto si possa verificare a prima vista: gli italiani infatti si dichiarano nettamente più disposti a limitazioni delle libertà personali e del rispetto della propria privacy pur di garantire una migliore sicurezza collettiva.

L’IMMIGRAZIONE, UN FENOMENO INEVITABILE

Sull’altro tema centrale dell’anno, quello degli epocali fenomeni migratori, l’atteggiamento degli Italiani è rimasto fortemente orientato all’accoglienza, diviene invece piuttosto tiepido quando arriva a coinvolgere il proprio vicinato o la propria vita quotidiana.
Anche se la netta maggioranza (62%) ritiene che il fenomeno sia semplicemente inevitabile, 1 Italiano su 2 si sente minacciato dall’immigrazione, soprattutto per i rischi di aumento della disoccupazione e della criminalità. Le soluzioni non sono certo semplici, certamente sarà necessario istituire un sistema globale (o perlomeno europeo) dell’accoglienza, ma il giudizio sulle politiche intraprese fino ad ora dall’UE è negativo: ben il 69% ritiene lo sforzo insufficiente. Viceversa la macchina dell’accoglienza italiana, nonostante le difficoltà, è giudicata positivamente. Gli italiani, infatti, approvano gli sforzi intrapresi del sistema di accoglienza, che però ancora non bastano.

L’EVOLUZIONE DELLO SCENARIO POLITICO

Come abbiamo già evidenziato in più occasioni, negli ultimi anni è profondamente mutato lo scenario politico:
· L’emergere del “renzismo” nella sua declinazione dell’ideale del Partito della Nazione, progetto molto più centrista rispetto al vecchio centro-sinistra, ha come contraltare il radicalizzarsi delle posizioni della destra che si fa sempre più antieuropeista e fautrice di controllo e sicurezza.
· La Lega Nord nell’ultimo anno fa un grosso balzo in avanti in termini di intenzioni di voto: 6 punti percentuali in gran parte a scapito di Forza Italia, ribaltando nettamente gli equilibri interni al centrodestra.
· Un nuovo balzo in avanti lo fa anche il Movimento 5 Stelle che guadagna ben 10 punti frutto della riuscita nuova strategia comunicativa che ha visto il ritiro progressivo dalle scene di Beppe Grillo e l’ascesa di Di Maio e Di Battista.
· Infine il PD, che perde alcuni pezzi a sinistra, rimane un po’ ridimensionato (ma pur sempre il primo partito) soprattutto per il fiaccarsi dell’azione di Governo. Oggi il Premier Renzi ha bisogno più che mai di rilanciare la spinta riformatrice, pena il crescere continuo dei malcontenti e dei delusi.



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