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Perché Isis non è “biodegradabile”

Isis

Per il filosofo polacco Zygmunt Bauman la società occidentale è “liquida”. Per il filosofo tedesco Peter Sloterdijk è invece “schiumosa”. I suonatori sono diversi, ma la musica è la stessa: da un lato il trionfo del soggettivismo, dell’individualismo, del consumismo; dall’altro la crisi dello stato nazionale, del comunitarismo, delle ideologie, dei partiti. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. Il problema è che la società islamica, al contrario, è “solida”, considerata la sua indole teocratica. Talmente solida che il Califfato, il quale ambisce a diventarne l’unica espressione, è come la plastica: non biodegradabile. Come è noto, le sostanze non biodegradabili inquinano l’ambiente e favoriscono i disastri ecologici. Ecco perché la questione della lotta all’Isis dovrebbe stare in cima all’agenda della conferenza mondiale sul clima di Parigi.

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Cos’è il potere? Voltaire diceva che consiste “nel far agire gli altri a mio grado”. Per Max Weber esiste ogni qualvolta ho la possibilità di affermare la mia volontà contro la resistenza altrui. Secondo Bertrand de Jouvenel, “Comandare ed essere ubbiditi: senza di questo non c’è potere”. Sono solo alcuni nomi del lunghissimo elenco di studiosi che considerano la forza come la più flagrante manifestazione del potere. Dal canto suo, Hannah Arendt attribuiva la paternità delle concezioni imperniate sul “comando dell’uomo sull’uomo” al concetto di potere assoluto, coevo alla nascita dello Stato-nazione e teorizzato da Jean Bodin e Thomas Hobbes. “Oggi dovremmo aggiungere -annotava profeticamente nel 1969- la più recente e forse più formidabile forma di dominio: la burocrazia o il dominio di un intricato sistema di uffici in cui nessuno, né uno né i migliori, né i pochi né i molti, può essere ritenuto responsabile, e che potrebbe […] essere definito come il dominio da parte di Nessuno” (“Sulla violenza”, Guanda, 1996). I cittadini italiani lo sperimentano ogni giorno sulla propria pelle.

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Dopo quasi sessant’anni di europeismo, ci stiamo dividendo tra filoturchi e filorussi. Forse la culla della civiltà occidentale, con le élite che si ritrova, si merita questo scherzo della storia.


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