Quanto analizzato in questi giorni da diverse testate in merito al bilancio del comune di Milano, evidenzia senza dubbio un’attività amministrativa pisapiesca che tende, più che a garantire servizi per i cittadini, ad impiegare le entrate tributarie ed extratributarie sia per finanziare il patto di stabilità, sia per realizzare interventi dal sapore propagandistico ed elettorale.
Le entrate da tasse comunali hanno raggiunto quota 1.440.000.000, cioè 770.000.000 in più rispetto al periodo Moratti, a cui vanno sommati 135 milioni di entrate derivanti da sanzioni stradali. A fronte dunque di una diminuzione del contributi statali (il governo sta togliendo l’aria ai comuni e dunque i servizi ai cittadini), la scelta di Piasapia è stata quella di procedere con cospicui aumenti di tasse e ricorso al debito: pensiamo all’Irpef, introdotta nel 2011 al 0,2% per redditi sopra 33.500€ e arrivata nel 2013 a un aumento a a 0,80% e abbassamento soglia a 21.000€, con l’evidente scelta politica di pesare ulteriormente sul cittadino in termini di valore e anche in termini di reddito minimo su cui imporla; oppure guardiamo al gettito tributario, aumentato del 60% nel 2011, ulteriormente del 25% nel 2012 e con previsione dui aumento anche nel 2015, di cui 25 milioni provenienti da tassa di soggiorno.
I milanesi si trovano, quindi, a dover subire una pressione fiscale, con una quota maggiorata di oltre il 110% rispetto all’amministrazione precedente, e multe che rendono invivibile la mobilità all’interno dei confini cittadini, senza però alcuna giustificazione di tali sacrifici. Osservando, infatti, lo stato di degrado in cui versa la città e il continuo aumento della spesa pubblica (da 2.580.000.000 del 2014 a 2.810.000.000 nel 2015) ci si chiede dove vadano a finire i soldi dei cittadini milanesi. Sempre analizzando il bilancio possiamo avere alcuni esempi di questo sperpero: più di 1 milione di euro è stato stanziato nel corso del 2015 per sensibilizzare gli abitanti dei territori limitrofi ai centri destinati all’accoglienza per le famiglie nomadi sgomberate! Si tratta di un bando per operatori del terzo settore che dovrebbe avere come scopo quello di garantire l’integrazione di questi (ex) nomadi. Allora mi chiedo, serve davvero spendere quote del genere per insegnare ai milanesi ad amare i rom? A me sembra che prima di queste problematiche da salotto, esistano problematiche ben più urgenti a cui dover far fronte. Altro esempio riguarda le consulenze esterne aumentate del 30% rispetto alle giunte precedenti di centrodestra: queste servono perchè la giunta considera i dipendenti del comune degli incompetenti? oppure perchè preferisce affidare incarichi a professionisti che conosce…?
Per non parlare poi della costante mancanza di fondi per le politiche abitative e la valorizzazione patrimonio immobiliare che risultano -25% rispetto budget previsto. Nel triennio 2012-2014 in calo anche le spese per politiche di lavoro e formazione professionale con una riduzione del – 10% che in un periodo così difficile e di crisi incide pesantemente sulla vita dei giovani milanesi. Per quanto riguarda le spese per investimenti, è facile rilevare quanto le giunte precedenti abbiano influito per il miglioramento della viabilità e dell’arricchimento urbano (si pensi alla riqualificazione di zone come Garibaldi o alla costruzione di nuove linee di metropoliticana, voluti dalla giunta Moratti), mentre l’amministrazione arancione abbia arrancato, limitandosi a tagliare i nastri delle opere che qualcunaltro aveva avviato e lasciando nel completo degrado le periferie e le case popolari sulle quali è stata dimenticata anche la più semplice manutenzione. In futuro la priorità è trovare maggiore collaborazione pubblico-privato per una lotta comune al degrado: riqualificare zone, finanziare progetti ed edifici chiave ed evitare blocchi allo sviluppo urbano, come invece è avvenuto con la questione degli scali ferroviari e la mancata creazione di spazi verdi.
Un’amministrazione responsabile dovrebbe impiegare le risorse pubbliche per garantire ai cittadini i servizi di cui tutti i giorni usufruiscono: parlo delle scuole, dove a volte è difficile trovare la carta igienica; parlo delle mense scolastiche, dei servizi di trasporto, delle necessità dei bambini e delle famiglie, per i quali noixmilano non esiterebbe ad inserire il quoziente famigliare; parlo del decoro della città, sempre più sporca e degradata agli occhi dei tanti turisti che la visitano (e che sono anche tenuti a pagare una tassa di soggiorno!); ma queste sono solo alcune modeste idee di un cittadino normale che, a differenza dei rivoluzionari arancioni da salotto, vive Milano e ascolta i bisogni reali dei milanesi.
Nicolò Mardegan, Presidente di NoixMilano