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Smog, tutte le sciocchezze sull’emergenza

Di Francesco Ramella

Per lo smog è sempre emergenza, quest’anno come dieci o venti anni fa. E, di fronte all’emergenza, non resta che adottare misure eccezionali: blocchi del traffico, targhe alterne, mezzi pubblici gratuiti. Eppure, da ormai molti anni, la strada è segnata e la direzione di marcia è quella giusta.

Contrariamente a quanto ritiene la maggior parte degli italiani, l’inquinamento atmosferico nelle nostre città è in calo da svariati decenni. Pensiamo, ad esempio, alle famigerate polveri sottili, quel PM10 che, ci dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta il parametro più significativo per valutare gli effetti sulla salute. Ebbene, nei primi anni ’70 in una città come Milano o Torino, la concentrazione media annuale di queste polveri era superiore ai 150 microgrammi per metrocubo di aria. Oggi le centraline di rilevamento ci forniscono valori medi nell’intorno dei 40-50 microgrammi. Vi è quindi stata una flessione dell’ordine del 70%.

L’aspetto più intrigante di quanto accaduto finora è quello relativo al settore della mobilità. Il miglioramento della qualità dell’aria si è infatti manifestato non perché abbiamo avuto successo ma nonostante il sostanziale fallimento di quelle politiche di riequilibrio modale (meno auto, più autobus e più treni) che, a partire da Bruxelles per arrivare fino alla più piccola amministrazione locale, sono invariabilmente presentate come essenziali ai fini della sostenibilità ambientale.

L’elemento che ha contribuito in misura quasi esclusiva alla riduzione delle emissioni è stato rappresentato dall’avanzamento tecnologico dei veicoli. Una vettura  a gasolio immatricolata negli anni ’80 dello scorso secolo immetteva in atmosfera una quantità di sostanze inquinanti pari a quella che oggi fuoriesce dai tubi di scappamento di circa una ventina di auto. In assenza dell’abbattimento delle emissioni unitarie, l’aria delle nostre città non solo non sarebbe migliorata ma avrebbe conosciuto un progressivo peggioramento..

Estratto di un’analisi più articolata che si può leggere su Leoni Blog


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