C’era da scommetterci: l’annuncio che Hillary Clinton giocherà in campagna la carta del marito, l’ex presidente Bill, per opporre un frangiflutti alla dialettica aggressiva e volgare di Donald Trump, alza i toni dello scontro. E l’iniziativa la prende, ovviamente, il battistrada repubblicano, che ritiene “corretto” attaccare Bill sul suo lato debole, quello femminile, se Hillary lo accusa di “sessismo”.
In un tweet, Trump evoca il “passato terribile di abusi” sulle donne dell’ex presidente: “Ce ne sono stati molti. Se si considerano Monica Lewinsky e Paula Jones o una delle altre”, ha poi spiegato lo showman intervistato dalla Nbc, riferendosi alle avventure di Bill ‘il donnaiolo’.
La virulenza di Trump non intacca, però, i risultati di un sondaggio annuale della Gallup, secondo cui Barack Obama e Hillary Clinton sono le persone più ammirate dagli americani. La sorpresa, però, è che, al secondo posto, a pari merito, ci sono proprio Trump e papa Francesco. Obama domina la classifica da otto anni, la Clinton da 14 anni consecutivi e vi è comparsa 20 volte in tutto. Trump, invece, c’è per la seconda volta –la prima fu nel 2011-.
I toni fra i due battistrada nelle corse alle nomination democratica e repubblicana si sono degradati dopo che il magnate dell’immobiliare ha usato un’espressione pesantemente volgare e sessualmente allusiva nei confronti dell’ex first lady, che lo aveva definito un “reclutatore del Califfo”, per le sue sortite anti-Islam.
A chi gli ricordava un’intervista alla Cnn, nella quale difendeva Bill per lo scandalo Lewinsky, Trump ha risposto: “Sono un imprenditore, devo andare d’accordo con tutti nel mondo politico”. E, ha ricordato che l’ex presidente “fallì miseramente” nell’intento di sostenere la moglie nel 2008, quando Hillary perse la corsa alla nomination con Obama. Lo showman e i Clinton hanno spesso avuto cordiali rapporti anche pubblici in passato: dalle partite a golf agli inviti ai matrimoni.
La mossa dell’ex first lady, a un mese dal via alle primarie nello Iowa il 1° febbraio, pare il titolo d’un film: ‘Il ritorno di Bill’. Presidente dal 1993 al 2001, Clinton è ancora popolare negli Usa: se potesse candidarsi e lo facesse, non partirebbe battuto. Nella campagna, Bill s’è finora visto poco, dando a Hillary consigli in privato e contribuendo alla raccolta di fondi (in eventi a porte chiuse). Ora, è invece previsto il suo intervento in eventi pubblici nello Iowa e nel New Hampshire, Stati dove Hillary e Bernie Sanders, il suo principale rivale democratico, sono relativamente vicini.
I precedenti non sono però incoraggianti. Se, nel 2008, l’ex presidente non bastò a mettere la moglie al riparo dall’allora rivale Obama, Hillary, nel 2000, divenne senatore dello Stato di New York senza l’aiuto del marito, che stava alla Casa Bianca.
Tra i due, il rapporto è sempre stato intenso e controverso. Durante il primo mandato, Hillary fu l’artefice d’una riforma della sanità che il Congresso non approvò. E lo ‘scandalo Lewinski’ segnò il secondo mandato: la vicenda della stagista con cui il presidente ebbe “un rapporto inappropriato” portò Bill vicino all’impeachment e la coppia sull’orlo della rottura – si seppe che Monica non era la prima -.
Adesso, però, Bill potrebbe rivelarsi un buon antidoto al mix letale di Trump, insulti, menzogne, volgarità. Tra Hillary e Donald, è scontro frontale, come se fossero già avversari per la Casa Bianca.