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Vi spiego il bluff di Parigi sul clima

Fumo di Londra. Ieri il solito articolo del Corriere su Pechino e la vita nell’inquinamento: immagini tipo” fumo di Londra”, le solite mascherine dei cinesi a passeggio in un tutto irreale oscurato e nebbioso. Solito anche l’inevitabile richiamo alla Conferenza di Parigi sul clima.

Che però non c’entra nulla. Ma l’articolo, per ignoranza e ipocrisia, non lo dice. Anzi fa capire che c’e’ relazione. Si perché le conferenze sul clima non si occupano di inquinamento. Ma di riscaldamento. Molti continuano a confondere le due cose. L’inquinamento è quello che mostrano le immagini di Pechino. Sono prodotte dalla combustione del carbone, il cui particolato emesso si combina con l’aria e l’acqua nei climi umidi invernali e produce anidridi solforose e solforiche e relativi acidi.

Quella è l’aria e la nebbia di Pechino. Che fa male. Parigi non c’entra. Le conferenze sul clima si occupano, invece, di un altro prodotto della combustione del carbone: la CO2 che non è un inquinante (anzi è il lievito, col ciclo del carbonio, della vita terrestre) ma un gas innocuo, invisibile e impalpabile. Che, pur essendo il lievito della vita (è attraverso il ciclo della CO2 che si produce l’ossigeno che respiriamo) è stato criminalizzato per il suo effetto serra. Cioè: trattiene le radiazioni solari creando un effetto serra che produce riscaldamento. Esatto: è la ragione per cui esistiamo.

Se non ci fosse la CO2 la temperatura terrestre non sarebbe quella che è ma sarebbe in media -18 e la vita non ci sarebbe. Secondo i conferenzieri di Parigi, le attività umane espellano CO2 in più a quella necessaria all’equilibrio. E producono così riscaldamento. C’è chi contesta dati ed effetti su cui la vulgata climatista costruisce i suoi modelli e il suo catastrofismo climatico. Ma, perlomeno, risparmiateci il trucco mediatico, l’ipocrisia, il messaggio subliminale e l’inganno comunicativo: lo smog di Pechino e le mascherine sulla bocca non c’entrano nulla con la religione del clima che è riunita a Parigi.

Loro discettano di riscaldamento. Non di inquinamento.


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