1) Il M5S si trova di fronte a qualcosa che non aveva previsto, il tentativo di infiltrazione della camorra all’interno della sua maggioranza. Non l’aveva previsto? In una città i cui organi politici erano stati più volte rasi al suolo dall’intervento della magistratura? No, pare incredibile ma non l’aveva previsto. E ora tutti i suoi dirigenti cadono dal pero, da Grillo&Casaleggio fino ai tre bamboccioni del noto videoselfie.
2) Non avendo preso a tempo debito adeguate e doverose misure a sostegno (contro le scontate interferenze criminali) della sindaca Rosa Capuozzo, il M5S ha preteso di uscire di scena attivando il meccanismo tradizionale dei movimenti autocratici, vale a dire l’epurazione. A prescindere dalle responsabilità personali, come si usa in questi casi. Via il sindaco, via i consiglieri comunali. Purtroppo per Grillo&Casaleggio oggidì la Siberia è vicina, e l’operazione non ha funzionato.
3) Il Pd, che non ha alcun merito anticamorra da rivendicare in quell’area campana, ha deciso che era arrivata l’ora di rendere pan per focaccia alla petulanza del moralismo grillino, e ha avviato una campagna in pieno stile grillino contro il M5S. La fragilità culturale e la grossolanità etica del gruppo dirigente M5S gli hanno reso più facile l’operazione.
4) Probabilmente alla fine da questo scontro trogloditico entrambi i campi usciranno con alcuni danni collaterali. Questa è la buona notizia. Nessun altro partito però potrà approfittarne a causa delle compromissioni sedimentate nei decenni con il costume politico-criminale della zona. E questa è la cattiva notizia. La politica lascia ancora una volta abbandonati a se stessi quei cittadini campani che dalla politica si aspettano soluzioni concrete in un quadro di legalità e stato di diritto e non lezioni di moralità impartite da professori ignoranti o inadempienti.