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Che cosa ho scoperto nella Legge di stabilità

Non so voi, ma essere curiosi qualche volta consente piccole grandi scoperte.

All’interno della legge di stabilità 2016 abbiamo cosi’ scoperto alcuni commi “significativi”, esemplificativi cioè di piccoli, grossi favori a vantaggio di qualcuno.

Esempi? La lettura dei commi 203, 204, 263-273, dell’immenso art. 1 della legge 208/2015.

Ve li ricordiamo.

  • 203 : peri lavoratori AUTONOMI (con posizione fiscale ai fini IVA) non si applica, per il 2016, la legge 335/1995 (c.26,art.2) o la legge 247/2007 (art.1,c.79) ma UNA DEROGA ANNUALE. Significato? Anche per l’anno 2016 costoro continueranno ad avere un’ ALIQUOTA CONTRIBUTIVA del 27% invece del previsto 28%. Perché? E quanto costa questa regalia?

Quanto ci rimette l’INPS, da questo favore fatto agli autonomi? E perche’ – a parità di posizione fiscale – non si è fatto un favore analogo ai PENSIONATI che – con partita IVA- continuano a lavorare?

2) c.204Per i lavoratori autonomi e per chi ha un lavoro subordinato a tempo indeterminato viene anche istituito un FONDO ECONOMICO (10 mln euro/2016 e 50 mln euro dal 2017) presso il M.E. Domanda: a che serve?

3) c.263-273SETTIMO INTERVENTO A FAVORE DEGLI ESODATI.

I commi garantiscono la pensione ad altri 26.300 esodati, allungando i termini entri i quali i soggetti devono maturare i vecchi requisiti. Alla faccia delle lacrime della Fornero, si alza cosi’ a 172.466 soggetti il numero dei “salvaguardati“. Ma, come dice Cesare Damiano, ci sarà bisogno di salvare altre 20.000 persone, almeno.

Ovviamente, crescono i costi rispetto alle precedenti stime: + 416 milioni per il 2016; + 367 per il 2018; + 73 milioni per il 2019. Come saranno coperte queste spese? Tagliando le spese ex art.1,c.235 – primo periodo- legge 228/2012. Ossia?

Siamo andati a curiosare ed abbiamo scoperto che si tratta di spese relative ad un FONDO di 36 milioni di euro, a valere per il solo 2013, istituito presso il Ministero del Lavoro e Politiche sociali. Fondo che (Art.24, c.14-15, legge 214/2011) avrebbe dovuto “coprire” i lavoratori in mobilità ex legge 223/1991 (art.4 e 24), quelli in mobilità lunga (stessa legge, art.7), quelli legati alla prestazioni da solidarietà (legge 662/1996), quelli con esonero dal servizio (legge 133 del 2008, art.72,c.1).

Per costoro, dal 2013 al 2015 erano stati previsti 1,9 mld di euro e, per il biennio 2016-2017, 2,25 mld di euro. Ma nel c. 263 della legge 2015, si citano coperture economiche (ex legge 228/2012) ben diverse, (es.4,43 mld di euro per il 2016-2017) da quelle sopra citate.

Se l’impressione è giusta, si danno denari per gli esodati togliendoli ad altri lavoratori.

Quali esodati ? Quelli definiti dai c. 264 (scuola ed affini) e dal c. 265 : 6.300 lavoratori in mobilità; 15.000 che avevano maturato i requisiti ( richiesti in precedenza) entro il 31/12/12; 2.000 in congedo per assistenza ai familiari disabili e 3.000 con contratti a tempo determinato, con maturazione dei requisiti entro 5 anni dall’entrata in vigore della legge Fornero.

Possiamo sbagliare ma – per l’ennesima volta – vorremmo che fosse scritto chiaramente quanti soldi sono stati risparmiati negli anni scorsi e quanto costeranno queste salvaguardie per gli esodati. Fino a definitiva chiusura del problema creato dalla Fornero.

In altri termini, e con buona pace della ministra piangente, il problema degli esodati non sarà risolto prima di altri 17 anni (es. 52 anni + 15 ), riguarderà un numero totale superiore a 200.000 persone (cioè 200.000 famiglie !) ed avra’ dei costi “intermedi” (anni 2012-2023) valutabili sui 10,2 mld per circa 172.466 persone. Cio’ equivale a 59.142 euro per persona, per lo stesso periodo. Con due possibili, significative variabili. Che abbia ragione Cesare Damiano, ossia che debbano essere protetti altri 20.000 lavoratori. E che il periodo 2012-2023 consenta il pensionamento “normale” di tutti i 192.000 soggetti .

Se queste variabili fossero vere, i costi finali aumenterebbero di almeno 0,5-1 miliardi


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