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Democratici, tutti gli scontri tra Clinton e Sanders su armi, fisco e sanità

È stato uno scontro aspro, un po’ un gioco ‘a sorpassarsi a sinistra’ su assistenza sanitaria, fisco, controllo delle armi, il 4° e ultimo dibattito in diretta tv fra i candidati alla nomination democratica alla Casa Bianca prima dell’inizio delle primarie il 1° febbraio nello Iowa. La cortesia e il fair play dei precedenti confronti è un po’ evaporata in questo match sulla Nbc e su YouTube. E sono emersi la passione di Bernie Sanders e il pragmatismo di Hillary Clinton.

Poche ore prima che i candidati salissero sul palco di Charleston, South Carolina, un sondaggio WSJ/Nbs indicava che l’ex first lady ha incrementato il suo vantaggio sul senatore del Vermont Sanders: 59% a 34% a livello nazionale – a dicembre, lo stesso rilevamento dava un margine di 19 punti -, anche se Sanders insidia da vicino la Clinton nello Iowa e le è davanti nel New Hampshire (dove si vota il 9 febbraio).

La Clinton ha contestato a Sanders di avere ripetutamente votato in Senato seguendo le indicazioni della lobby delle armi, la National Rifle Association, e ha poi accolto con favore la svolta del rivale, che solo da poco s’è detto favorevole ai controlli sulle vendite di armi introdotti dal presidente Barack Obama. Sanders, che viene da uno Stato di cacciatori, ha replicato rigettando come “per nulla oneste” le accuse della Clinton e ricordando che la Nra lo ha sempre bocciato nelle sue pagelle.

Sull’assistenza sanitaria, il senatore ha illustrato un piano appena presentato per andare oltre l’Obamacare e dare l’assistenza sanitaria a tutti gli americani. La Clinton ha contestato come irrealistico il progetto di Sanders, suggerendo, piuttosto, correttivi alla riforma di Obama. Fronte tasse, il senatore, che si autodefinisce ‘socialista’, vuole aumentarle per finanziare il suo progetto, l’ex first lady si impegna a non toccarle per chi guadagna meno di 250 mila dollari l’anno.

Sul palco c’era pure l’ex governatore del Maryland Martin O’Malley, un comprimario nei sondaggi, che a un certo punto ha chiesto ai moderatori se poteva avere “30 secondi” per dire la sua.

Forte del suo passato, la Clinton s’è detta più qualificata di Sanders per assumere la presidenza. Anche la politica estera ha avuto qualche spazio: tutti d’accordo sulla via diplomatica nella crisi siriana; e l’ex segretario di Stato ha ribadito che l’Iran resta “sotto osservazione” per i suoi test sui missili balistici, anche dopo l’accordo sul nucleare e la revoca delle sanzioni (il suo approccio da presidente all’Iran sarebbe di “diffidenza e verifica”).

La Clinton ha anche accusato il presidente russo Vladimir Putin di difendere il presidente siriano Bashar al-Assad e, in polemica con le posizioni di Donald Trump e di altri candidati repubblicani, ha detto che i musulmani americani sono “la migliore difesa” dell’Unione contro il terrorismo. Ha pure reso omaggio al marito Bill, l’ex presidente, dicendo di avere in lui “il miglior consigliere possibile”.

La South Carolina è uno Stato prevalentemente nero, dove le primarie saranno il 20 e 27 febbraio, rispettivamente per i repubblicani e i democratici. Il dibattito s’è svolto a pochi isolati dalla chiesa metodista teatro l’estate scorsa di una strage di neri ad opera di un giovane razzista bianco armato fino ai denti. La Clinton e Sanders hanno entrambi citato Martin Luther King.

Prima del dibattito, Sanders aveva ricevuto endorsement significativi dagli ambienti ‘liberal’ Usa, da parte della rivista The Nation, del movimento Move On e di Paul Kirk, un notabile democratico del Massachusetts, che rimpiazzò Ted Kennedy al Senato.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

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