Skip to main content

Ecco cosa c’è scritto nel primo libro intervista di Papa Francesco

Sarà presentato martedì, all’Augustinianum di Roma, il primo libro-intervista di Papa Francesco, scritto con il responsabile di Vatican Insider, Andrea Tornielli. “Il nome di Dio è Misericordia” (Piemme), è il titolo scelto per il volume che uscirà in contemporanea in ottantasei paesi. Alla presentazione interverranno anche Roberto Benigni, Pietro Parolin e Zhang Agostino Jianqing, ospite del carcere di Padova. Questa domenica, La Stampa, Repubblica, il Corriere della Sera e Avvenire offrono alcune anticipazioni. Il quotidiano di Torino, poi, descrive (con Tornielli) come è nata e si è sviluppata l’idea del libro intervista.

COME E’ NATO IL LIBRO

“Mi piaceva l’idea di un’intervista che facesse emergere il cuore di Francesco, il suo sguardo. Un testo che lasciasse aperte delle porte, in un tempo come quello giubilare, durante il quale la Chiesa intende mostrare in modo particolare, e ancora più significativo, il suo volto di misericordia”, spiega Tornielli, aggiungendo che il colloquio con Bergoglio è iniziato lo scorso luglio, di ritorno dal viaggio in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Ha parlato attraverso esempi legati alla sua esperienza di sacerdote e di vescovo, raccontando ad esempio del marito di una sua nipote, divorziato e risposato all’epoca ancora in attesa della dichiarazione di nullità del primo matrimonio, il quale ogni settimana andava al confessionale per parlare con il sacerdote, pur anticipandogli sempre: ‘Lo so che lei non mi può assolvere’”. Ma Francesco ha anche ricordato l’origine della sua vocazione, seguita all’incontro con padre Carlos Duarte Ibarra, il confessore incontrato casualmente in parrocchia il 21 settembre 1953, giorno di San Matteo.

“CHI SONO IO PER GIUDICARE?”

Il Pontefice torna su una delle frasi clou di questi ultimi anni, pronunciata a bordo dell’aereo che lo riportava in Italia dopo la Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro: “chi sono io per giudicare?” in riferimento a un omosessuale “che cerca Dio”. Secondo quanto riportato sulla Stampa, il Papa ha chiarito che “prima c’è la persona nella sua interezza e dignità. E la persona non è definita soltanto dalla sua tendenza sessuale”. E il vescovo di Roma ribadisce ancora una volta che quella frase – se letta nella sua interezza e non solo in riduzioni giornalistiche – non afferma nulla di diverso di quanto presente nel Catechismo della Chiesa cattolica.

“LA CHIESA NON E’ AL MONDO PER CONDANNARE”

Bergoglio ricorda poi quale è la missione della Chiesa nel mondo: essa – dice, premettendo che deve sempre essere “materna” – “è chiamata a effondere la sua misericordia su tutti coloro che si riconoscono peccatori, responsabili del male compiuto, che si sentono bisognosi di perdono. La Chiesa non è al mondo per condannare, ma per permettere l’incontro con quell’amore viscerale che è la misericordia di Dio”. E ancora, “Gesù ha perdonato persino quelli che lo hanno messo in croce e lo hanno disprezzato”.

LA CONDANNA DELLA CORRUZIONE

Ciò, però, non deve far ritenere che il peccato non esista o sia qualcosa di poco conto. L’importante è distinguere il peccato dal peccatore: “Il peccatore pentito, che poi cade e ricade nel peccato a motivo della sua debolezza, trova nuovamente perdono, se si riconosce bisognoso di misericordia. Il corrotto, invece, è colui che pecca e non si pente, colui che pecca e finge di essere cristiano, e con la sua doppia vita dà scandalo”. Ecco perché, si legge in un’anticipazione pubblicata da Radio Vaticana, “non bisogna accettare lo stato di corruzione come se fosse soltanto un peccato in più”.

“LIBRO SEGNATO DALL’ESPERIENZA DEL PECCATO”

In un commento su Repubblica, il teologo Vito Mancuso scrive che “quello che il libro può dare e dà effettivamente è la saggezza vissuta di un uomo di Dio che crede profondamente nel Vangelo e nella sua capacità di rinnovare la vita”. Tutto il libro – aggiunge Mancuso – “è segnato dall’esperienza del peccato, cui il Papa attribuisce un’importanza decisiva, rendendola quasi una condizione indispensabile dell’esperienza spirituale”.

×

Iscriviti alla newsletter