Chiedere le “unioni civili”, che non sono diritti universali, è nelle cose in una democrazia, lo stesso non può dirsi se si pretendono leggi per imporre il matrimonio tra gente dello stesso sesso, e in modo surrettizio l’utero in affitto, poco familiari con la nostra civiltà, nonostante le decine di migliaia di persone che sabato 23 gennaio sono scese in piazza a sostenere la proposta Cirinnà. La legge positiva non può turlupinare la legge naturale, nonostante le manipolazioni umane. E i desideri non sono diritti.
Pare che non tutte le alte gerarchie cattoliche approvino la manifestazione del Family day del 30 gennaio prossimo contro il richiamato disegno legislativo, per la possibile strumentalizzazione che ne verrebbe fuori da parte di alcune forze politiche, che si oppongono ai partiti di governo e al governo stesso. Una preoccupazione condivisibile, se non imbarazzante allo stesso tempo.
Vescovi e Cardinali però dicano allora al popolo cattolico qual è la linea di fronte al procedere della proposta di legge Cirinnà in Parlamento. Alcuni opinionisti dei più noti mezzi di informazione, nel rappresentare il pensiero delle alte gerarchie ecclesiastiche e del Sommo Pontefice, stanno producendo notevole confusione tra i cattolici delle parrocchie: quelli che fanno parte del popolo di Dio, e che praticano il sentimento religioso popolare tout court, senza sofismi, senza cultura e scienza. Sono coloro che non si soffermano troppo sulla diversità di opinioni esistenti tra il Papa argentino e i Vescovi e Cardinali della Chiesa cattolica in Occidente.
I ragionamenti di un Vaticano quasi su posizioni di arretramento, di illuminismo cattolico, seminano disorientamento se non sconcerto e delusione. Sarebbe giusto e opportuno manifestare un pensiero unitario, chiaro e definitivo: un agire da cattolici. Celebrare una veglia di preghiera in tutte, non in alcune soltanto, le diocesi italiane, a favore della Famiglia in questa ultima settimana di gennaio, per dare un limpido segnale a tutto il mondo cattolico, sarebbe un giusto atteggiamento, per evitare strumentalizzazioni di ogni genere e per annullare in tal modo equivoci e malintesi.