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Perché Guareschi non è candidato al Nobel per letteratura?

Di Beppe Gualazzini

Caro Marco Ferrazzoli, perdona se rispondo in ritardo. Mi congratulo con te per come mantieni vivo e attuale Giovannino Guareschi con i tuoi interventi scritti e le tue conferenze, ottima l’ultima del 15 gennaio scorso al Caffé letterario di Viterbo.

Non stupisca che Giovannino non sia candidato al Nobel per letteratura, tuttora inviso com’è ancora a certa intellighentia e tromboni. Poco è cambiato in questi ambienti da quando nel ’74 subito dopo la nascita del Giornale osai commemorare il sesto anniversario della sua morte, “Un giornale che rimpiange quel fascista di Guareschi non può essere che fascista” berciò Lamberto Sechi. Erano tempi in cui Guareschi era all’indice, scandaloso solo parlarne da quando l’Unità mise in prima pagina “Morto lo scrittore che non è mai nato”.

Ma stavolta insorse Indro Montanelli. Scrisse “Guareschi, due anni di lager nazisti per non avere accettato di aderire a Salò, 400 di durissimo carcere italiano per non abiurare alle sue battaglie per la vera democrazia, è solo e sempre Guareschi, se stesso, mai portato il cervello a nessun ammasso. Chi passa accanto alla sua tomba sa chi c’è sotto, cosa ha fatto, cosa gli hanno fatto, ma passando accanto a Sechi, cosa mai potrà dire, cosa, mio Dio?”

La polemica infuriò per mesi, uscì la sua biografia, Albertino e Carlotta, sapessi Marco quanto ogni giorno mi manca, raccolsero il vessillo del padre e tuttora lo tengono alto, il silenzio era rotto, libri e film di Giovannino tornarono a diffondersi in tutto il mondo.

In quanto a una candidatura Nobel per la letteratura a Villaggio, autore molto popolare di personaggi geniali, per come l’ho conosciuto io risponderebbe con la stessa frase con cui ha giudicato urbi et orbi la corazzata Potemkim.

Beppe Gualazzini


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