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Luxottica, ecco le ultime occhialate di Leonardo Del Vecchio con Khan

Sembrava che ai vertici di Luxottica fosse finalmente arrivata la quiete dopo il tumultuoso avvicendamento di fine 2014, che aveva visto uscire all’improvviso, nel giro di pochi mesi, prima l’amministratore delegato Andrea Guerra e poi il suo successore Enrico Cavatorta. E invece niente, perché proprio ieri, insieme con i ricavi miliardari del 2015, il gruppo dell’occhialeria di Agordo ha annunciato che uno dei due ad, Adil Mehboob-Khan, approdato alla guida della società da poco più di un anno, farà le valigie e se ne andrà. L’altro amministratore delegato, Massimo Vian, che si occupa del prodotto, rimane al suo posto con deleghe immutate. Mentre quelle sui mercati di Khan passano al fondatore e primo azionista di Luxottica, Leonardo Del Vecchio.

LE SMENTITE DI RITO

“Non c’è stato alcun contrasto su alcun argomento con il cavaliere. È solo un tema di semplificazione del management: in tre non eravamo abbastanza efficienti”, ha spiegato Khan all’Ansa dopo il lungo consiglio di amministrazione del gruppo dell’occhialeria del 29 gennaio che ha sancito il cambiamento. Il manager, nato a Londra nel 1964 da padre pakistano e madre italo-ungherese, afferma di “non avere per ora nuovi approdi professionali definiti: fare il cambio in un momento di forza è sempre la cosa migliore”.

LA SUPER BUONUSCITA

Tra l’altro, a giudicare dalla buonuscita che Khan incasserà, sembra difficile pensare che possa essere particolarmente scontento di abbandonare Luxottica. Il manager prenderà, infatti, la somma lorda di 6.800.000 euro, “oltre alle competenze di fine rapporto, a fronte della risoluzione consensuale che avverrà con effetto dal 29 febbraio e del rapporto di amministrazione cessato in data odierna”. Non va poi dimenticato che Khan il 16 gennaio del 2015, quando era arrivato alla guida di Luxottica, aveva ricevuto un bonus di ingresso di 9 milioni, oltre a uno stipendio annuo di quasi 3 milioni, senza contare un altro bonus di minimo 1,5 milioni previsto dal suo contratto e legato ai risultati. Questo significa che Khan, in poco più di un anno di lavoro, porterà a casa la ragguardevole cifra di circa 20 milioni di euro.

DUBBI SULLA SINTONIA AI VERTICI

“Un tema di semplificazione, dunque – tira le somme Marigia Mangano sul Sole 24 ore del 30 gennaio – ma soprattutto un nuovo ritorno in prima linea di Del Vecchio rivoluziona per la terza volta il vertice del colosso degli occhiali. Indiscrezioni – aggiunge tra le righe il quotidiano di Confindustria – riferiscono di una visione non in sintonia tra l’ad uscente e il patron del gruppo”. Al di là delle smentite di rito, insomma, potrebbe esserci stato qualche contrasto tra fondatore e ad, sebbene per il momento non sia chiaro su che cosa. Anche perché se non fosse stato così Khan avrebbe probabilmente portato a termine il suo mandato.

“Di certo però – si legge ancora sul Sole 24 ore – a questo punto si aprono una serie di interrogativi. Primo ci si chiede se il nuovo vertice è definitivo, o l’uscita dell’ad Adil Khan sarà rimpiazzata in un arco di tempo breve. Secondo, cresce l’attesa sulla reazione del mercato alla nuova staffetta”. Si vedrà quindi, anche in base a come lunedì primo febbraio reagirà alle ultime notizie il titolo Luxottica in Borsa.

LA VERSIONE DI DEL VECCHIO

Una versione, sia pure parziale, della storia la fornisce lo stesso Del Vecchio, 80 anni, nell’intervista del 30 gennaio a Maria Silvia Sacchi del Corriere della Sera. “L’azienda – spiega il patron di Luxottica – ha bisogno di essere più veloce e più semplice nel prendere le decisioni. Il vertice con i due co-amministratori delegati non consentiva questa velocità”. Ma quanto durerà a questo punto il nuovo impegno all’interno dell’azienda del fondatore? “Il tempo – assicura Del Vecchio al Corriere – per rendere l’azienda più snella e veloce, abbiamo un piano per riordinare e semplificare entro il 2017 tutto il commerciale, il marketing e i mercati. Rimarrò almeno fino a quella data. Ma è mio dovere pensare alla successione e ho già iniziato a guardare dentro l’azienda. Abbiamo delle seconde linee eccellenti, il mio successore è tra di loro”. Sembra, però, da escludere un passaggio di testimone a uno dei figli di Del Vecchio: “Non lascerei mai a un figlio un’azienda così grande, non gli darei questa condanna. Ci vuole una squadra di giovani manager”, dice l’azionista di riferimento del gruppo degli occhiali.

LA STILETTATA A GUERRA…

E a proposito di manager, Del Vecchio torna sulla tumultuosa uscita di Guerra, risalente al settembre del 2014, e ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “Avevo scelto un manager giovane – confessa al Corriere della Sera – il dottor Guerra, pensando di non occuparmi più direttamente di Luxottica. Fino a quando l’amministratore delegato, che era il capo azienda, non ha iniziato a interessarsi ad altro. Gli ho fatto una domanda su quali fossero le sue intenzioni. Mi ha risposto che volevo prendere il suo posto, mettendomi con le spalle al muro. Sono rientrato in Luxottica per affiancare il nuovo management pensando di uscire a dicembre scorso”. E invece poi, “tornando a parlare con le persone, visitando le filiali, andando nei diversi mercati”, Del Vecchio ha capito che l’azienda “era indietro”. E ha deciso di tornare in gioco con deleghe in mano e un ruolo di indiscusso primo piano.

…E LA SCIABOLATA A GRECO

Ma se a Guerra, che da ottobre è diventato presidente esecutivo di Eataly, Del Vecchio riserva uno stilettata, a Mario Greco, che ha appena annunciato l’uscita dalle Assicurazioni Generali per sbarcare a Zurich, destina una vera e propria sciabolata. Greco, in una lettera inviata al cda del Leone, aveva lasciato intendere che ci sia stata qualche tensione con gli azionisti, tra i quali figura anche la famiglia Del Vecchio. “Non ci sono mai stati conflitti – assicura Del Vecchio riferendosi alle Generali – questo ve lo posso dire io che conosco molto bene anche gli altri soci. Se uno esce da numero due (del gruppo elvetico, ossia Zurich, da dove Greco proviene, ndr) e viene in Italia da Generali e poi rientra come numero uno, anch’io avrei fatto la stessa cosa. Quando uno esce – aggiunge il patron di Luxottica – è chiaro che dichiara quello che vuole. Se io mi lascio dalla moglie, non dico che mia moglie è la più brava donna del mondo, dirò che ha qualche difetto. E’ una scelta sua che coincide con il fatto che lui prima era a Zurich. Però non avrei detto le sciocchezze che ha detto lui, tipo che lo volevano cacciare via, perché non è assolutamente vero. Aveva un contratto sul tavolo da due mesi, se voleva lo firmava”.

I RICAVI VIAGGIANO

Nel frattempo, tornando a Luxottica, il gruppo dell’occhialeria continua a crescere a doppia cifra. Luxottica, stando ai numeri preliminari comunicati il 29 gennaio, ha chiuso il 2015 con un fatturato “adjusted” in crescita del 17% oltre la soglia record dei 9 miliardi (+5,5% a cambi costanti). Entrambe le divisioni Wholesale e Retail, ossia all’ingrosso e al dettaglio, hanno contributo ai risultati con un incremento rispettivamente del 12,5% e del 20,3% della crescita dei ricavi. Europa e mercati emergenti hanno trainato la crescita con vendite in aumento rispettivamente del 7,8% e del 14,5% (+6,8% e +13,3% a cambi costanti).


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