L’Unione europea, pur attraverso il suo cammino travagliato, ha assicurato 70 anni di pace, di benessere e di libertà in un Continente che era stato lo scenario di ben due terribili e devastati Guerre Mondiali. L’appartenenza a questa comunità ha rappresentato, per noi tutti, una garanzia contro le possibili svolte autoritarie all’interno di ciascun Paese membro. E’ bene riflettere su questi dati di fatto quando si fa a gara nel prendere a calci le istituzioni europee. Se l’Unione dovesse sfaldarsi, potrebbero tornare all’orizzonte i “mostri’’ che hanno fatto parte della storia del Continente e che sembravano banditi per sempre.
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Ma Donald Trump è forse parente di Beppe Grillo? Sicuramente è un suo attento seguace.
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Stando alle indiscrezioni di stampa, la proposta di riforma della contrattazione che sarà presentata dalle Confederazione sindacali continua a “rammendare le solite vecchie calze’’. Il contratto nazionale di categoria resta al centro del sistema. Anzi, se è vero che la proposta contiene anche la richiesta di dare attuazione all’articolo 39 della Costituzione, il contratto di categoria acquisterà persino efficacia erga omnes e di conseguenza, un primato anche dal punto di vista giuridico. Ma oggi, quando l’inflazione bisogna produrla artificialmente come la neve, i sindacati, al tavolo delle trattative si sono sentiti chiedere – in applicazione delle regole vigenti – il rimborso degli aumenti concordati in precedenza sulla base di una dinamica del costo della vita rimasta solo teorica. In tale contesto, quale scambio si può realizzare a livello della contrattazione nazionale?
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In ogni caso, tutti i progetti che si fanno in queste ore sono destinati ad infrangersi nel negoziato dei metalmeccanici. Ancora una volta la Fiom andrà per conto suo. E Maurizio Landini beneficerà della consueta “copertura’’ televisiva.
